BIG STEEL SHIT: Shit Happens
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02/01/2013Che peccato parlare di un discone del genere in un periodo in cui molti -giustamente- sono in fibrillazione aspettando il nuovo degli Alice In Chains. Perchè se il monicker Big Steel Shit farebbe pensare a qualcosa di estremamente tamarro (prepotenza alla Pantera), le tracce di 'Shit Happens' vanno a collocarsi a metà strada tra groove/thrash e Seattle (per non dire ancora una volta Alice In Chains...). Dicevamo del confronto: ebbene, la cospicua dose di metal (alternativo quanto vi pare, ma sempre metal) fa emergere che l'ispirazione di dischi come 'Facelift' ("Misleading" sembra venire dalla seconda metà di quel disco lì!) è sì primaria ma non eccessiva. L'unica pecca riferita alle linee vocali che possiamo rilevare è che in alcuni momenti è spontaneo il pensiero "bello, bravi, ma se questo brano fosse cantato da Layne Staley e Jerry Cantrell sarebbe ancora meglio!". A parte questo, Giovanni al microfono si dimostra duttile e ispirato. Prima metà di album di qualità alta e piena di hit per la band. La opener "Lard" è già un classico dei Big Steel Shit, racchiude e bilancia gli umori, con un ritornellone da cantare a squarciagola, per nulla scontato. Citiamo inoltre la spigolosa -dal punto di vista chitarristico- "Godsons", con assolo che emerge nervoso da riff caldi. Ci sono punti più duri, come "It Barks Rage" che sa di thrash e di Alter Bridge oppure la devota ai Pantera, la molto ritmata "Industrial Fever". Solo mezzo 'Shit Happens' vale l'ascolto, e poi, scommettiamo, l'acquisto: è un disco contagioso. Anche se la seconda parte inizia a faticare un po' nel mantenere alta l'attenzione, segnaliamo la scalmanata "Waiting For The Bus" con ospite femminile, una mosca, anzi un moscone bianco che destabilizza l'ascolto e ci dà una scossa. Che saranno capaci di fare questi ragazzi tra qualche tempo, quando sapranno diventare ancora più personali?
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