CORPUS DIAVOLIS: Atra Lumen
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03/04/2017I Corpus Diabolis sono una delle infinite band che si portano avanti con gli album senza aggiungere nulla di personale, di particolarmente arguto o interessante da dire. Fino ad ora si erano mantenuti su uno standard abbastanza distruttivo di black metal, molto poco "francese", anche se loro lo sono anagraficamente. In questo periodo è in uscita anche il nuovo degli Ende e dal confronto 'Atra Lumen' ne esce distrutto. Siamo su livelli molto più modesti che nei due predecessori, la lunghezza delle canzoni si fa sentire tutta in men che non si dica, l'ascolto non è facilitato da passaggi più melodici e ripetitivi che cercano di cavalcare composizioni meno arrembanti. In piccolo (molto in piccolo, a dire il vero) è la storia già vista con i Watain, solo che 'Lawless Darkness' aveva riff e canzoni memorabili. I ritmi mediamente più lenti richiamano anche i Satyricon, senza avere il loro groove ("L'Oeil Unique"). E quelli sono il tratto caratteristico dell'album, visto che il brano più corto e sparato è anche quello meno riuscito ("Thy Glorification"). L'atmosfera è simile, per l'intenzione di mischiare parti più veloci ad altre sinistre e riflessive, a quanto ascoltato di recente con i Liber Null, con risultati molto diversi e che fanno scendere di molto 'Atra Lumen' nella scala di gradimento di un blackster medio, il quale che rimarrà veramente poco reattivo davanti a questa rappresentazione dei limiti del genere. Tutto innocuo e generico, senza coesione, e si risolve in una rincorsa poco convinta verso l'anonimato.
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