DAMASTE: Five Degrees And A Prophecy
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03/07/2012Finalmente qualcuno si è accorto di loro. La precedente demo, risalente ormai a quattro anni fa, aveva messo in mostra le potenzialità dei Damaste che già all'epoca erano belli potenti e massicci. All'appuntamento con il primo album si ha un indurimento ulteriore sia al livello di produzione (veramente impressionante la forza d'urto generata), sia di stile musicale. 'Five Degrees And A Prophecy' dimostra subito il suo valore con la violentissima opener, dal testo bellissimo e dall'incedere inarrestabile, un death metal molto quadrato, rivolto soprattutto verso i Behemoth (o al massimo gli Hate), ma con inserti melodici che rimandano agli Immortal dell'ultimo decennio. Senza dubbio una delle punte di eccellenza del disco. Il profondo e lancinante growl ci conduce con rabbia lungo le altre tracce, dove pesanti citazioni degli Amon Amarth (la titletrack, solenne e monumentale) si coniugano con spunti moderni ed americani, quari thrash, ma senza perdere potenza, tanto che andiamo a finire dalle parti dei Lamb Of God di 'Ashes Of The Wake'. Conclusione magistrale col pezzo più lungo del lotto, "The Opalescent Path", che continua - a ragione - ad insistere sulla componente epica e cadenzata, racchiudendo ritmi inconsueti e diversi cambi di ritmo senza dubbio molto riusciti. Abbiamo davanti una band preparatissima tecnicamente che scrive canzoni in cui sono ben dosate brutalità e sottili melodie, a cui però manca il quid personale per farsi definitivamente spazio (si intravede soltanto, per ora). I riferimenti sono già stati citati, ma se non si fa troppo caso al già sentito che pervade alcune tracce nella parte mediana della tracklist, potrebbero farsi piacere a una larga fetta del pubblico metal. Noi per il futuro siamo per un'evoluzione che tenga presente più l'esperienza nord-europea che quella americana.
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