DEADLOCK: The Arsonist
data
09/08/2013Per usare un eufemismo, abbiamo visto copertine migliori. Per dirla tutta, questa è una delle peggiori dell'anno. Una sottospecie di capretto meccanico deforme è il simbolo dei Deadlock del quinto album. Non poteva essere una raffigurazione più azzeccata. In tutto questo tempo mai un sussulto, mai una canzone che valesse la pena ricordare, mai ci è passato per la mente di consigliarli a qualcuno. Il perché è sempre lo stesso, dalla loro fondazione si rivolgono ad una audience sbagliata. Nonostante i cambi di formazione, non capiamo perché continuino a dichiararsi metal, quando la loro musica è un esempio della popolarizzazione estrema del genere. Prendiamo il sound dei Dark Tranquillity più edulcorati. Ok, troppo growl, qualche coro di voce femminile è l'ideale. Ma sai che c'è? Forse il growl è ancora troppo, i ragazzini si possono spaventare, mettici il ritornello melodico in ogni brano. Dici che è sempre lo stesso? Va bene, le strofe falle con le harsh vocals. E c'è anche "Hurt" che fa cascare le palle, ma una ballata ci vuole, figuriamoci. Dici che non si capisce quando inizia un brano e finisce l'altro? Dici che a momenti i Nightwish di Annette Olzon sono più estemi? C'hai ragione, mettiamoci allora delle chitarre in cui sono suonate solo le corde più spesse e con ritmiche tipiche del djent, i riff sono antiquati, non fanno per noi. C'è spazio per una traccia finale che vede anche l'elettronica usata in modo più massiccio, tuttavia la morte cerebrale è in atto dai primi secondi dell'album. Bene, disfatta totale. Diciamo che non poteva andare peggio. E ci dispiace per la cantante, che poteva trovare la sua dimensione in qualche gruppo pop rock dalle tinte gotiche.
Commenti