EMPTINESS: Nothing But The Whole
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04/07/2014Questo è uno di quei dischi di cui è bello parlare perchè danno innumerevoli spunti per farlo, innanzitutto non si riesce a dare una classificazione precisa, ma non perchè si tratti di un pastrocchio senza capo nè coda, anzi i riferimenti ad uno o ad un'altro genere sono così ben incastrati tra di loro che il fluire dei trentotto minuti abbondanti - un pò pochi in verità - si rivela meno ostico di quanto non sia la musica proposta in sè. Un letale ibrido di death, doom, black e marciume a palate che se non fosse per l'anno di uscita, sembrerebbe di essere tornati agli anni ottanta, quando la violenza sonora prevaleva sulla tecnica. Le rare accelerazioni acuiscono il senso di bestialità che pervade macabri inni come l'opener "Go And Hope" e la significativa "Tale Of A Burning Man", ma dopo aver ascoltato "Behind The Curtain", "Lowland" o la lunga marcia funebre "All Is Known" si ha la netta percezione di quanto sia azzeccato il nome della band ed anche il titolo di questo nero abisso senza fine: 'Nothing But The Whole', praticamente "nulla, ma tutto", spaventoso! A secondo di dove si muovono le dolenti note degli Emptiness, tornano alla mente i primi Bathory e Celtic Frost, anzi ancor di più Hellhammer o Slaughter, mentre laddove Phorgath e soci spingono ancor di più sul freno, si fanno spazio i lugubri incubi dei primissimi Paradise Lost, Katatonia e - anche se molto più contemporanei - dei nostri fantastici (Echo). Chiudetevi in una stanza buia, pensate ai vostri demoni e ascoltate 'Nothing But The Whole', sarà molto probabile che essi si materializzeranno e per voi sarà un'atroce fine!
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