GLITTERTIND: Djevelsvart
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03/12/2013Non avevate molta voglia di pubblicare roba nuova, vero, Glittertind? A parte la outro che su trentasei minuti te ne fa perdere quasi quattro, non sentiamo comunque l'urgenza che può spingere ad una pubblicazione impellente. In realtà è la band stessa, derivativa sin dal nome, che non ci ha mai dato l'idea di poter essere decisiva. Siamo comunque della convinzione che se tutto i gruppi folk fossero così seri, il mondo sarebbe un peletto meglio di come è adesso, ma 'Djevelsvart' (sta per "black devil", originale come Arlecchino a Carnevale) non riuscirà ad andare oltre la schiera dei fan già acquisiti. Spesso si calca la mano sul versante metal, soprattutto sull'aspetto vichingo, e questo è un bene, sono quelle le canzoni migliori dell'album e sono dotate di un sound trascinante oppure sono oltremodo evocative ("Sundriven"). Purtroppo sono poche, giusto un paio, mentre il resto si perde tra canti acustici in riva a un ipotetico fiume mentre la foresta circonda il bardo di turno. Uno sbadiglio grosso quanto una casa sintetizza tutto ciò. Alla pochezza contenutistica deve necessariamente corrispondere una recensione breve, mica possiamo parlare del vuoto, non siamo filosofi.
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