GORGOROTH: Instinctus Bestialis
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22/05/2015Ci stavamo commuovendo. 'Instinctus Bestialis' grammaticalmente non è uno strafalcione, così come "Radix Malorum". Poi siamo arrivati alla traccia numero tre e abbiamo ricominciato a ridere. Lasciatelo perdere il latino, invece di cercare le parole a caso sul vocabolario. A parte questo, ammettiamo che questo album ci ha stupito perché non è un fiasco totale. Molto meno rivoluzionario degli esordi, molto meno coraggioso dei dischi con Gaah (cui il nuovo cantante non assomiglia, checché se ne dica in giro, se non per la consapevole scelta di evitare lo screaming alto e monotono). Per i detrattori sarà il solito inutile disco di raw black metal, ma invece ci sono diverse cose che bisogna sottolineare. Tomas Asklund è un batterista che va ben oltre il drumming essenziale e rachitico di un disco del genere, lo sentivamo già nelle sue apparizioni con i Dissection. Non stupitevi se le canzoni vi sembrano più ragionate, per certi versi raffinate. É proprio così. Basti notare la opener che ci regala un monumentale, epico e drammatico riff da quasi dieci secondi che vi ricorderete immediatamente anche dopo aver terminato l'ascolto di questa mezzoretta di concertino infernale. Sprizza death/black svedese da tutti i pori ed è la sola cosa degna di nota del pezzo, composto da questo, una sequenza di tre accordi e una parte per assoli impazziti. Per fortuna, si tratta di una falsa partenza, così come per il precedente 'Quantos Possunt Ad Satanitatem Trahunt' che aveva quello sgorbio di "Aneuthanasia". Si migliora leggermente con brani più lunghi, composti da parti sparate e tipicamente Gorgoroth e altre più lente, infarcite di melodie che non sono neppure tanto dissonanti o disturbanti, con accenni lontani di tastiere. Infernus non ha dato il meglio di sé nella composizione di quest'album, mettendo il pilota automatico in una direzione che - gli va dato atto - può ben dirsi lontana dallo scimmiottamento del proprio passato (qualcosa sembra mutuato dai loro 'Incipit Satan' e Twilight of the Idols - In Conspiracy with Satan' ma null'altro), eppure non rappresenta un qualcosa su cui potersi soffermare più di tanto. Non si sentiva proprio la mancanza di un nuovo disco di questi Gorgoroth. Abbiamo constatato che il songwriting è abbastanza anonimo e statico, che il nuovo cantante non ha nulla di speciale, che sono quasi dieci anni che da queste parti non si ascolta nulla di importante: non ci resta che mettere una pietra sopra a tali vecchie glorie del black metal.
Alessandro
25/05/2015, 21:52
Condivido totalmente con la recensione.Album inutile(delusione totale aggiungo)..peccato che 'ho gia ordinato.