SIMULACRO: Echi Dall'Abisso
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03/10/2016Tre anni fa i Simulacro vomitarono su questo pianeta un album cattivissimo, che tradiva solo qualche ingenuità nei suoni. Ora l'abisso chiama con tutta la sua oscurità e chi aveva apprezzato anche in parte 'Fall of The Last Idol' dovrà prostrarsi davanti al suo superbo successore. Gli otto catacombali frammenti sono cantati in italiano e suonati in un modo assolutamente strepitoso. Portano il segno di grossi, definitivi miglioramenti nella musica di questa band sarda. Si tratta di uno dei più morbosi dischi italiani usciti quest'anno, che con grande gusto si destreggia tra le mortifere spire del black metal più dissonante e lo rende personale. Non è solo questione di lingua. Quella è sì essenziale, ma è anche il modo di allestire i passaggi musicali in modo da avere momenti di relativa quiete e altri estremamente tormentati. Insomma, è la costruzione delle canzoni e dei dettagli che le compongono a risultare vincente. Per cui non è caotico o cacofonico, anzi c'è un ordine, un'eleganza e uno stile che accosta i Simulacro agli Akercocke, a Ihsahn e ai vari cugini francesi, maestri di questo stile di metal. Le chitarre sono ispiratissime, riescono a mostrare tutte le loro capacità grazie a una produzione di livello assoluto. Non c'è neanche bisogno di commentaere invece l'operato di Anamnesi: il batterista infatti è un pilastro della scena black nostrana e lo conferna con una prestazione di classe, proprio come siamo stati abiutati ad ascoltare negli Absentia Lunae. Penetrante. "Quando guardi a lungo nell'abisso l'abisso ti guarda dentro" (Friedrich Nietzsche)
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