STENCH: Venture
data
06/10/2014Sempre più spesso si assiste al proliferare di side project, una emorragia che non sempre ha un senso perché dettata da un modo di ragionare troppo rigido del musicista che magari non vuole contaminare un gruppo e ne fonda un altro, che alla fine non è nemmeno tanto diverso, ma vuoi mettere? C'è da rimanere integerrimi. Nel caso degli Stench, avviene l'esatto contrario. Come anche per i Daemonarch sviluppatisi dai Moonspell, qui si va a ritroso nel tempo, si danno sfogo alle più varie pulsioni old school. Il monicker sa di quel vecchiume semplice e un po' ingenuo, da cui sono usciti titoli tipo 'Scum' o 'Infernal Overkill'. La band madre risponde al nome dei Tribulation: o li ami o li odi, hanno scombussolato abbastanza il mondo del death metal con le loro opere difficilmente definibili. Ora gli Stench ci riportano semplicemente nella prima ondata del metal estremo post Venom, dove non potevi dire se un gruppo era black o death così semplicemente, era tutto un calderone mefitico che ribolliva di spiriti unici e irripetibili. Appunto, irripetibili. Si prova spesso oggi a fare un lavoro come fossimo ancora negli anni Ottanta, con risultati non sempre lodevoli. In 'Venture' troviamo lo stesso humus in cui hanno attecchito Autopsy e Bathory, con strutture relativamente semplici e approssimative, rozze e violente, corrette dalla vena sperimentale di alcuni riff che cambiano pelle da un momento all'altro e non si lasciano prendere, almeno fino agli "Uh!" che piacciono tanto a Tom Warrior, stavolta richiamati in causa sono i suoi Hellhammer. Eppure manca un bel po' di sporcizia e sembra tutto un grande esercizio di stile prima di tornare a fare sul serio con i Tribulation.
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