ZAUM: Oracles
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05/02/2015Chiedersi perché un gruppo canadese vada a suonare metal ispirato da sonorità mediorientali è come chiedersi il motivo del proliferare di band che si professano vichinghe, e poi vengono dalla Puglia o dalla Sicilia. Soprassediamo quindi su tali collegamenti (mentali e non) che hanno portato alla formazione degli Zaum. Andiamo subito al nocciolo della questione. Ed è un nocciolo bello grosso, impegnativo, che ti si mette di traverso e ti soffoca. Come potrebbe essere altrimenti, con brani da un quarto d'ora, pesanti e ridondanti come una lunga camminata nel deserto? Non pensate alle tempeste di sabbia, ma solo alla immensa desolazione provocata dalla sete e dai miraggi. 'Oracles' è un viaggio nello spazio e nel tempo, di cui si perde presto ogni cognizione. La psichedelia prende il sopravvento, annullando ogni traccia di chitarra, con sintetizzatori e sitar. Il doom è un suo accolito, basilare, molto semplice e ripetitivo in alcuni passaggi, ma non è necessariamente un difetto. Il deserto è proprio quello, una distesa di dune, un mare rosso e dorato che si estende per chilometri e chilometri, necessariamente monotono. Santino degli Om sul comodino e predisposizione decisa per la complessiva pesantezza da non sottovalutare (che sarà costata al duo diversi mal di testa in sala prove, c'è da scommetterci): questi sono i requisiti necessari per affrontare la sfida della I Hate, molto appassionante e per pochi spiriti nomadi.
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