Abigor: Supreme Immortal Art
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13/03/2012Lasciate ogni speranza o voi che entrate nel mondo degli Abigor. Perchè tra i prime movers del black nessuno ha mai osato tanto (Emperor a parte), nessuno si è mostrato così poliedrico, pur rimanendo fedeli al proprio incontaminato credo. 'Supreme Immortal Art' è l'opera sinfonica nata nel più profondo degli inferi, il trillo demoniaco tradotto in musica per noi profani. Se pensate che possano assomigliare ai Dimmu Borgir perchè è scappato l'accenno all'aspetto sinfonico siete fuori strada, siamo oltre l'umano tentativo di imbastardimento del suono con scontate tastiere (che qui sono prsenti, ma tutt'altro che prevedibili), o con una magniloquente orchestra non fa differenza. Il suono è incredibilmente tridimensionale, ti si abbarbica attorno alle orecchie, ti possiede in un'ebbrezza mistica senza alcun artificio in sede di registrazione, senza la iper produzione omologatrice, mantenendo invece una attitudine raw che negli anni '90, all'uscita di questo disco, aveva un perchè. I riff atipici sono melodici e sopra la media per quanto riguarda l'aspetto tecnico, accompagnano polimorfi e velenosi una voce profonda e corposa che risulta sempre controllata. Peccato che nei momenti più concitati il rullante si perda totalmente nel marasma sonico, lasciando spazio solo agli incisivi piatti. Questo è l'unico appunto che si può fare agli Abigor, inattaccabili sotto ogni altro aspetto.
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