BLACK BOOK LODGE: TUNDRA
data
02/08/2014Fa un po' specie vedere un'immagine polare e scoprire poi che rappresenta la cover del primo full lenght degli stoner/doom metallers danesi Black Book Lodge, ma anche questo rappresenta un modo per farsi notare visto che di cose nuove in questo disco non ce ne sono, ma interessanti sì. I nostri partono dalla solida base gettata dai Black Sabbath e la modernizzano con spunti a-la Black Label Society e Mastodon, così se l'opener "Battering Ram" sembra un'outtake dai primi album dei Sabbath, e Ronny Jønsson non fa nulla per non assomigliare al principe delle tenebre, già dalla successiva "Black Sheep/Prodigal Sons" l'ombra lunga di Zakk Wylde si staglia sull'ascoltatore, seguita a ruota da quella "Pendulum" che non avrebbe sfigurato su 'Leviathan', in una progressione che porta anche a momenti più southern/prog (!) come "Lupus", alternative come "Thalassa", ed oscuri come la conclusiva "Empire". L'amore per i Sabbath, però, si manifesta nei brani rimanenti, quelli più metal con "The Call", quelli più crepuscolari con "Cripplegate", ed infine quelli più lisergici con la title track, sorta di "Planet Caravan" del terzo millenio. Beh, come avrete capito, i Black Book Lodge non vivono di luce propria, e questo è un difetto che potrà essere corretto col tempo e l'esperienza, magari mantenendo le varie ispirazioni e distribuendole in maniera più equilibrata, ma quello che hanno fatto in questo disco è già abbastanza intrigante da pensare che in futuro ci daranno parecchie soddisfazioni.
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