DÄNG: Tartarus: The Darkest Realm
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21/02/2014Sarà pure discutibile il monicker scelto, ma d'ora in poi Däng è l'onomatopea di una campana infernale. Esordienti di belle speranze, americani e solenni: queste sono le caratteristiche di un gruppo che non ha bisogno di elfi e roba simile, bensì della solidissima mitologia greca. 'Tartarus: The Darkest Realm' è appunto un concept che accompagna in qualche punto imprecisato degli inferi. Doom quadrato e di ispirazione lugubre e sinistra, un eccesso dei Black Sabbath che volge verso l'epic metal o verso il prog a seconda dei momenti. Le lunghe composizioni hanno un mood abbastanza uniforme e si assestano quasi tutte sui sette minuti di durata: il limite lo possiamo rinvenire nei ritornelli che sono troppo simili tra di loro e consistono nel pronunciare il titolo del brano (in ogni caso, cantato molto particolare ed efficace, grigio e spettrale alla Danzig). Molto più imprevedibili le rocciose parti strumentali, soprattutto quando sentiamo crescere gli assoli, che emergono da macerie e mucchi di ossa. Come in una battaglia, i colpi del drummer sono fendenti che cozzano contro le armature e sicuramente non avrebbe potuto esserci una produzione migliore, cruda e con pochi orpelli. Se si riuscisse a innestare una buona dose di varietà supplementare, a quel punto non solo gli addetti ai lavori avrebbero di che gioire.
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