DANKO JONES: Wild Cat
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08/03/2017Tutti qui quelli che "i Metallica negli anni Novanta hanno fatto dei grandi album hard rock". C'è spazio anche per voi che "gli Airbourne sono gli unici eredi degli AC/DC". Evidentemente non avete ben chiaro il concetto di carisma. Bene: guardate e ascoltate Danko Jones e ne avrete una dimostrazione. Un frontman di razza che caratterizza ogni singolo momento in cui canta e suona. Anche se ogni album può essere momento di goduria, ci sono delle differenze tra di loro: i primi due più grezzi, poi da 'Sleep Is The Enemy' a 'Below The Belt' più incentrati sulla melodia. Il nuovissimo 'Wild Cat' è un disco meno roboante e metallico di 'Fire Music' e va a riprendere delle strutture più snelle appartenute a 'Rock and Roll is Black and Blue' (2012). Un disco a metà strada tra lo stile più maturo e condito di cori raggiunto negli ultimi anni e la leggerezza di alcune ritmiche che viaggiano molto spedite, punkeggianti e che appunto avevamo sentito nei primi album dei Nostri. Sono lontani i temi e le melodie più sbarazzine di certe cose di 'Never Too Loud', viene difficile pensare che in passato Danko e soci abbiano scritto "Take Me Home" o "Still In The High School", ad esempio. La canzone spudorata d'amore c'è sempre e fa sciogliere le resistenze di ogni pulzella, per cui affidatevi pure a "You Are My Woman". In generale ci sono meno riffoni cicciosi (complice anche una produzione che mette in primo piano basso e batteria scoppiettante) e una attitudine più sporca e sgraziata. Si canta di meno, ci si dimena di più e questo è quanto, perché probabilmente nelle centinaia di recensioni scritte fino ad ora su Danko Jones si è detto molto più del necessario, molto più di quanto lo stesso autore della musica avrebbe mai voluto spiegare. Ogni volta che si mette nell stereo un suo disco è sempre la stessa storia, il mattatore canadese torna a ruggire e con incredibile semplicità va ad agire sull'ascoltatore facendogli perdere il controllo del piede, che inesorabilmente porterà il tempo fino a farsi venire un crampo. 'Wild Cat' sarà pure in parte interscambiabile con i suoi sette fratelli maggiori (otto se consideriamo la ottima raccolta di b-sides), ma è il giusto coronamento di un triennio che ha visto in precedenza la pubblicazione dell'incendiario 'Fire Music' e le registrazioni del terzo live della band a Wacken. Da leccarsi i baffi.
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