DEW-SCENTED: Intermination
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01/06/2015È un caso che da quando la qualità dei dischi dei Dew Scented si è abbassata i Nostri pubblichino con meno frequenza che in passato? Sicuramente se ne sono accorti anche loro, che da vent'anni guidano un panzer che spara colpi di solidissimo death/thrash, ma che da tre uscite a questa parte non riescono piú ad essere incisivi, e perdere questa capacitá di azzannare alla gola è una bella grana per un gruppo che vive solo di questo. Come al solito, il solo Leif Jensen è il perno attorno a cui ruota tutto il resto dei Dew-Scented, che mantengono quasi la stessa formazione di 'Icarus' ( qui aggiungono un chitarrista) e ad onor del vero cercano di superare l'empasse del predecessore, confezionando un dischetto tutto fumo e niente arrosto, che non sfigura rispetto alle uscite del genere del 2015, mimetizzandosi nella totale carenza di idee. Il problema è che oggigiorno questo genere è una botte satura. Il dato allarmante per la band è che 'Intermination' potrebbe essere scritto da qualunque altro manipolo di debuttanti che si cimenta con questo genere. Le minime variazioni al proprio sound sono limitate a qualche effetto e voce filtrata, mentre dal punto di vista musicale l'unica nota positiva è data dal batterista, più tecnico dei suoi predecessori, il quale rende "Affect Gravity" un gran bel pezzo. Che sia l'unico ad essere davvero all'altezza di un contratto con Metal Blade è molto triste. Il resto delle canzoni scivola via senza lasciare nulla, giusto l'impressione che qualche assolo era troppo svedese e palesemente fuori posto. Il growl secco di Leif è come un'oasi nel deserto, non cambia da secoli e ci piace così, peccato che non ci sia niente a supporto. Dopo i primi due album più incentrati sul death e le convincenti mazzate teppistiche dei quattro successori, siamo nel pieno di un'epoca molto buia per i Dew Scented.
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