DISTANCE: I
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28/11/2014Distance, ovvero distanza, quella definizione che, tra le altre, definisce come siano discordanti due giudizi ed è proprio la definizione del genere suonato dai Distance che si trova ad un'enorme distanza da quella che è la realtà, definiti "prog metal" nel promo fornito dall'etichetta, ascoltando invece 'I' ci si ritrova ad ascoltare tutt'altro, qui di prog metal - quello per intenderci di Queensryche, Fates Warning e Dream Theater - ce n'è ben poco e men che meno di quella definizione di progressione che piace tanto a chi scrive, ma un discreto agglomerato di death melodico e di metalcore, non fosse altro che la voce di Morgan (no relations!!!) nei momenti in cui canta pulito, ricorda da vicino quella di Howard Jones dei Devil You Know ed ex Killswitch Engage. Formalmente non c'è niente che non sia fatto bene, sia a livello di tecnica, sia a livello di produzione, curata dalla band stessa - ottimo lavoro - che di mix e mastering curati da Samu Oittinen (Diablo, Insomnium, Korpiklaani), che a livello di grinta esecutiva, i Distance vanno giù pesanti come ritmiche, basti sentire "Open Wound", il miglior pezzo del lotto dove tutto suona fresco e dinamico, le note dolenti iniziano quando ci si confronta con il songwriting, abbastanza piatto ed allineato, la cosa fa sì che i pezzi si assomiglino un pò tutti, con l'esclusione di "Conception" dove la band, forse ispirata dal titolo che ricorda i misconosciuti prog metallers norvegesi, viaggia su territori prog metal più classici e lo fa bene. Se si aggiunge che le tematiche trattate nei testi parlano di comportamenti sociali e perdite di persone amate, la vicinanza con i testi dei metalcorers più famosi quasi si azzera e il paragone con band dall'indirizzo tecno-thrash o addirittura industrial metal è quantomeno fuoriluogo, col risultato che alla fine dell'ascolto di 'I' ne usciamo con le idee confuse e un bel mal di testa!
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