GRUESOME: Savage Land
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18/04/2015I Death sono tornati. Questo è il primo pensiero che ci viene in testa all'ascolto del debutto dei Gruesome. Poi pensandoci bene arriviamo alla conclusione che se anche il povero Chuck fosse stato ancora tra noi, non sarebbe mai andato a riprendere i suoi vecchi lavori, ma si sarebbe proiettato in una nuova dimensione musicale, come aveva sempre fatto. 'Savage Land' nasce con zero pretese, da gente che ha la propria lodevole band (si parla si membri che militano o hanno militato in Exhumed, Possessed, Malevolent Creation): questo basta a metterlo un gradino sopra i milioni di cloni che pensano di essere i salvatori del death metal. Tutto fa pensare a un tributo: se il sound è l'anello di congiunzione tra 'Leprosy' e 'Spiritual Healing', la copertina di Ed Repka (che ha fatto gli artwork di quei dischi), il logo persino riprende quello stile! Si fa fatica a credere che 'Savage Land' non sia uscito a fine anni Ottanta. Matt Harvey ha stessa voce di Chuck Schuldiner, tra l'altro, e questo a livello emotivo è una bella botta. Ci sono richiami a vari brani della sua band, come il drumming introduttivo di un pezzo che ti urla in faccia "Flattening of Emotions!". A proposito, qualche tempo fa Gus Rios sarebbe stato defenestrato malamente dai Malevolent Creation, ma visto che è ancora in grado di suonare in modo eccelso un disco di old school death metal capiamo che sono i suoi ex compagni ad avere problemi di udito o di relazioni sociali. Il voto tiene conto che sull'onda dell'entusiasmo si arriva anche a cento con lode, ma solo perché tutto ciò che i Death hanno fatto era praticamente perfetto, e della effettiva portata di un album che dire derivativo è un eufemismo.
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