HELL'S DOMAIN: Hell's Domain
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29/09/2013Sembra che dalla Punishment 18 ultimamente escano fuori solo band di spessore. Allo stesso tempo non possiamo non notare che queste in alcuni casi sono troppo simili tra loro. Prendiamo i piemontesi Ultra-Violence e questi Hell's Domain. Genere suonato, colore del logo e font dello stesso, copertina dello stesso autore e stessi colori: non si starà un po' esagerando? Insomma, l'esordio omonimo di questo possente ensemble danese è pregevole e si fa ascoltare con immenso piacere, anzi, per essere un esordio è quasi perfetto. Però non riusciamo a capire perché sia così difficile assumere una propria personalità anche esteriore. Dal punto di vista musicale, i Nostri hanno veramente poco da invidiare ai grandi del thrash cui si ispirano. L'apertura con un brano che non va a tutta velocità lascia capire come il gruppo abbia diverse frecce al proprio arco, come sia possibile annichilire con riff grossi e potenti e una versatilità vocale che guarda ad Anthrax e Forbidden. Ma è il nervosismo generale, unito a una notevole capacità di non annoiare che fa dell'album un'uscita da mettera sulla lista della spesa per ogni thrasher che si rispetti. La melodia alla Testament di "The Walls Come Tumblin' Down", delle chitarre che sono assassine (nel senso che vanno molto vicine agli Slayer) ci feriscono a morte in "Dead Civilization", il mood oscuro (un po' di maniera, in verità) di "Crawling In The Shadows", una cover riuscitissima dei loro conterranei Crionic: una manciata di brani che rendono l'album un ottimo punto di partenza per una carriera che con questi presupposti si profila brillante. Speriamo che non si perdano per strada.
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