ICY STEEL: Kronothor
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08/11/2012Non facciamo in tempo ad allontanarci dalla Sardegna che subito arriva un nuovo gruppo degno di nota da quella regione. In realtà gli Icy Steel sono noti ai più attenti all'heavy metal nostrano già da diversi anni. Un paio d'album con la furba Pure Steel, ma è la nostrana My Graveyard Productions a rilasciare il terzo parto dei sassaresi. Diciamolo subito, miglior disco del quartetto finora. Sintesi perfetta delle peculiarità già evidenziate in passato, ma con in più l'esperienza di gente che non è mai stata a grattarsi la pancia. Durata ideale, suoni bilanciati che contengono pulizia ed allo stesso tempo non si fanno troppo laccati come certo power metal stereotipato. Nulla è lasciato al caso, dalla copertina stellare (in tutti i sensi) al susseguirsi spontaneo dei pezzi. I paeseggi disegnati sono altamente emotivi, e per una band heavy metal non è cosa da poco, ma i particolari che arricchiscono 'Kronothor' sono tutti da scoprire e da gustare. La partenza in quarta è quasi thrash, ma si inseriscono presto tempi poco convenzionali, poi un accenno di mid tempo, i ritmi che non si fanno mai forsennati, un quid che caratterizza la voce di Stefano nonostante non abbia e non necessiti di quattro ottave di estensione vocale: poche, semplici accortezze che rendono il proprio disco una sfaccettata opera definibile a fatica. Teatrali come i Virgin Steele, ma con punte di progressive degne dei primi Fates Warning, senza contare che quando pestano sono più tedeschi degli Accept. Dicevamo dei particolari: ebbene, non molti sono capaci di mettere in uno sperimentato tessuto di metal classico (come quello delle loro due prime uscite) grandi aperture melodiche e strumenti che i mentecatti potrebbero considerare "poco true". In quest'ottica, ogni accento di hammond (suonato dall'ospite Gian Mario Solinas) si rivela un grande alleato per la totale riuscita del cd. Certo, avremmo voluto che "Earth...", "...Wind..." e "...Sky" fossero unite in un'unica suite di dieci minuti, tanto per sfidara ancora di più le convenzioni, ma anche così la passione traspare e anche un amore verso certe sonorità di vecchio rock progressivo, grazie agli emozionanti intrecci tra la chitarra acustica e un assolo fluido e cristallino.
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