LOCRIAN: Infinite Dissolution
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03/08/2015Il problema dei Locrian è sempre stato quello di essere troppo sperimentali per i metallari e troppo metallari per gli amanti delle avanguardie sonore. Ora qualcuno vuol farci credere che i Locrian fanno post metal. Chi? L'etichetta forse, o anche loro stessi, visto che hanno scelto il produttore di Pelican e Russian Circles. Non si riesce a distinguere bene la sottile linea tra "evoluzione" e "metallizzazione", che in questo caso vuol dire rendersi più familiari a un certo tipo di pubblico, che comunque metallaro resta e soprattutto tendenzialmente allergico alle vere e proprie libertà musicali. Non diciamo che 'Infinite Dissolution' sia un passo falso, la band americana ci fa sempre vivere quel suo mondo di alienazione assolutamente personale e annichilente. Ma caspita, "Arc of Extinction" è black metal con i chitarroni, blast beat e synth che si intrecciano in un modo inedito per i Locrian e non sappiamo se era questo che volevamo sentire da loro, soprattutto se il giochetto di prendere questi elementi e installarli in un crescendo post metal si ripete in tante tracce. Le restanti invece dosano il noise in modo più disturbante e fanno intravedere le potenzialità dei Nostri, benché oramai non si riesca più a decollare. 'Drenched Lands' del 2009 era la dimostrazione che l'inferno era un posto gelido eppure di black metal manco l'ombra. Sarà questo il percorso da seguire per i Locrian? Sicuramente non sentiremo cose analoghe nel prossimo album, come ci hanno abituato anche con 'Return to Annihilation' e le varie uscite minori. Noi intanto mettiamo da parte questa "dissoluzione infinita", potrebbe avere bisogno di diverso tempo per farsi assimilare.
igor
19/08/2015, 16:20
Mamma che bordello