LOVE SEX MACHINE: LOVE SEX MACHINE
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10/04/2012La copertina in un nichilista bianco e nero è puramente hardcore. Il nome del gruppo è da rock band classica e impregnata di blues, o al massimo di funk. I titoli delle canzoni sono degni della peggior (in senso buono) specie di grind dei bassifondi. Capite bene che il recensore comprensibilmente è un po' spaesato, per non dire che sulle prime non ci capisce una mazza. Lo sbigottimento aumenta quando il disco parte e si manifesta un suono che inizialmente fa raggomitolare la spina dorsale e srotolare l'intestino. Solo la casa discografica dovrebbe mettervi in allarme, ma se vi aspettate l'ennesimo gruppo hardcore siete fuori strada. Stavolta si fa ancora più sul serio: niente cavalcate, solo lentezza esasperata; melodia? nemmeno per scherzo, i Love Sex Machine ci ammorbano con una miscela di sludge e doom, con un'attitudine (post) hardcore e chitarre droppate che pesano tonnellate, talmente ribassate che si sortisce quasi lo stesso effetto di una centrifuga continua nei break dissonanti e atonali dei Meshuggah. Questo dischetto è eccessivo e ridondante, tanto che il consiglio è di ascoltarlo tutto d'un fiato, singoli frammenti non avrebbero senso, le tracce sono tutte simili e collegate tra esse con zanzarosi feedback. Tipica proposta da accettare in toto o respingere con ribrezzo, un po' come i mentori Electric Wizard, forma canzone nulla, emozioni plumbee. In questo caso però il feeling è poco, la monotonia prende presto il sopravvento (eppure per i primi due o tre ascolti il cd farà abbastanza bene il suo sporco lavoro), le già citate chitarre catacombali si fermano su riff troppo cupi tanto da sembrare tutti uguali, mentre si ravvivano e si riprende quota quando si lambisce lo stoner.
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