LVTVM: Adam
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09/12/2015Ci sono gruppi coraggiosi ed artisticamente superiori, e gruppi che per paura di morire non cambiano una virgola, morendo comunque dal punto di vista della creatività. I toscani Lvtvm fanno parte del primo raggruppamento e non hanno paura di rompere le regole, già il fatto di non avere un cantante non è usuale - anche se sempre più diffuso nell'ambito rock - ma addirittura il fatto di avere un altro basso al posto della chitarra è sicuramente più particolare; vengono subito in mente i Cop Shoot Cop, ma avere il doppio basso è l'unico punto in comune con la band alternative di New York. Qui si viaggia su territori post metal, progressive, ambient, psichedelici, con qualche spruzzata di stoner. Per capire cosa propongono i Lvtvm una recensione non riuscirà mai ad essere esaustiva, dall'opener metallica "Session I" si passa ai lidi cari agli islandesi Sólstafir contenuti in "Gnosis", ed alle sferzate psichedeliche dei Pink Floyd periodo 'Meddle' con "Tremorz"; ma c'è anche spazio per lo space rock grazie al synth in "Twalking" e la sperimentazione tout court di "Internal Disease". Infine, la degna chiusura è affidata alla schizzata "Nemesis"; capirete quindi che le parole devono lasciare lo spazio alla musica, che uno scribacchino, pur bravo che sia, non riuscirà mai a ricreare le atmosfere dei due bassi che si dividono i due canali stereo, neanche il tappeto ritmico di un drumming quanto mai fantasioso, e men che meno le divagazioni di un synth che si pone idealmente a cavallo di cinque decadi tra Van Der Graaf Generator e Muse, percui chiudiamo parlando del concept che sta dietro al disco, ovvero una sorta di parabola ascendente e discendente riguardante il primo uomo sulla terra - 'Adam', appunto - interessante proprio perchè ricreata dalla musica in maniera abbastanza credibile, dopodichè vi esortiamo a sostenere questa particolare, ma intrigante band: è l'unico modo per capire appieno l'essenza della loro musica!
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