MEMORIAM: For The Fallen
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21/04/2017Quel riff. Quel suono. Anche se l'introduzione è abbastanza inutile, una sorta di zerbino spesso, si sente che siamo a casa, ossia in trincea. Si scrive Memoriam, si legge Bolt Thrower. Dal punto di vista musicale è una storia già sentita con Heaven & Hell/Black Sabbath e Hail of Bullets/Asphyx, ma solo per quel profilo. I Memoriam sono un tributo alla figura di Martin Kearns dei Bolt Thrower, scomparso due anni fa, di cui fanno parte il cantante e il batterista originario, ma la cui mente creatrice è il tipo dei Cerebral Fix, Scott Fairfax, con l'aiuto del bassista dei Benediction. Willets non registrava da oltre dieci anni ('Those Once Loyal' è del 2005), Whale aveva lasciato i BT nel 1995, e poteva per questo andare male su tutti i fronti (vedi Blood Feast, quarte linee del thrash tornate dopo diversi decenni). Invece 'For The Fallen' è un onorevole ritorno sulle scene ad opera di chi la storia di certo death metal lento, massiccio e battagliero l'ha fatta in prima linea. Onesto, ciccioso, ma non stupefacente, né sconquassante perché ovviamente anche se lo stile è quello, gli autori di 'Warmaster' sono altri e forse insistere su sette lunghi brani (più la già criticata parte introduttiva) ha limitato l'impatto. Si è cercato di raffigurare qualcosa di più lento e solenne, come da ottima copertina di Dan Seagrave, con scelte in sede di produzione che hanno generato musica semplice, bella corposa e tuttavia non tagliente o deflagrante. Il brano particolare che cerca di dissipare un po' l'aria di leggera monotonia è "Corrupted System", dall'anima punk, che non doveva certo durare sei lunghissimi minuti. Un po' di ruggine è comprensibile, così come un eccessivo portamento ingessato. Fa un'ottima figura Karl Willets, che dimostra ancora una buona tenuta nonostante il mezzo secolo sul groppone (Chris Barnes, prendi nota, per cortesia). Già dal prossimo lavoro potremo sentirne delle belle, magari curando di più i piccoli dettagli che possono rendere speciali i singoli brani.
Igor
24/04/2017, 21:59
Che brutta fine la voce di Karl Willets