MOON (AUS): The Nine Gates
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25/11/2013Nuovo album, o pubblicazione su cd della cassetta uscita a inizio anno? Propendiamo per la prima alternativa, visto che i nastri erano solo cento e noi preferiamo sempre il caro dischetto di plastica. In ogni caso, i Moon (australiani, meglio specificarlo, con questo monicker assolutamente privo di personalità ci saranno altre mille "lune" in giro per il mondo) arrivano al secondo lavoro sulla lunga distanza. 'The Nine Gates' è comunque il prodotto di una sola mente, come la tradizione di un certo black metal insegna, e il risultato è ottimale. Era diverso tempo che non sentivamo le vertebre congelarsi, il soffio lento e depressivo di Miasmyr può essere incasellato vicino alle visioni altrettanto desolate di Xasthur. Dalla sua, il progetto australiano ha la giovane età discografica, che fa in modo che in ogni singolo attimo traspare la lenta e grezza attitudine propria dei migliori act del genere. Il riverbero nelle urla è quasi insostenibile, i ritmi sono lenti e sinistri, ipnotici, quando non lacerati da blast beat classici, oppure -al contrario- tumefatti in un limbo senza ossigeno ("Spiritless Winds"). Le chitarre zanzarose o le tastiere sono tanto disturbanti quanto necessarie per trasmettere il senso esoterico dell'album. Avremmo spinto maggiormente sull'aspetto ambient, ampliando lo spettro (eheh...) delle influenze in modo decisivo e risultare molto più personali. Anche ora abbiamo degli episodi di tutto rispetto come "Sabbat" o quella "Lilim Drowning" che stordisce con quel basso al limite del drone, ma visto che confidiamo nell'artista di Brisbane, vogliamo spingerlo a superarsi, nel prossimo album.
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