MOON COVEN: Amanita Kingdom
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10/01/2014Da Waning Moon a Moon Coven la sostanza non cambia. Certo, prima l'EP (che poi, chiamarlo così con ben trentaquattro minuti di musica...) era scaricabile al prezzo desiderato dal Bandcamp dei Nostri, ora non più, ma sotto c'è la firma con la attenta Transubstans Records, la quale ha pubblicato questo interessantissimo debutto. Un fuoco, in questo freddo inverno. Non è un doom/stoner d'impatto, caciarone, bensì una arsura dell'animo che con una certa metodicità si impone sull'ascoltatore. Immaginate i Kyuss, spogliateli delle visioni desertiche più estreme e dotateli di maggior succo, imbastendo così un discorso sì lisergico, ma votato più alla sinuosità della musica. 'Amanita Kingdom' può essere additato come esempio di stoner notturno e vagamente psichedelico, non necessariamente revivalista, bensì proiettato anche verso tendenze più melodiche e blueseggianti (la voce sullo sfondo, sfumata, che sembra afflitta come quella di Layne Staley; la ipnotica traccia conclusiva). Di spicco assoluto sono le due parti della titletrack, mentre non ci fa impazzire il modo in cui si cerca la "botta" nel brano iniziale, lo si fa con troppa ripetitività (sulla scia dei Monster Magnet). A ragion veduta, un gruppo con delle potenzialità tali potrebbe osare qualcosa di più, ad esempio un trip unitario ed eccessivo.
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