MORS PRINCIPIUM EST: Dawn of the 5th Era
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18/12/2014Parlare di dischi come questo è molto difficile, perché non si tratta di elogiare o bocciare in modo netto, ma di utilizzare tutta una gamma di sfumature, di mezze misure. Bisogna lodare un gruppo per una prova esteticamente bella e ordinata o demolirlo perché quello che ha suonato è semplicemente una macedonia dei propri dischi precedenti, che a loro volta hanno preso tutto, pure le virgole, dalle più celebrate band di un genere? Teniamo conto che siamo nel pieno delle congetture: si vuol sempre cercare di riconoscere il giusto valore di ogni cosa che recensiamo. I Mors Principium Est sono il risultato di vari mash-up e grazie alla loro perizia riescono a incarnare un prototipo di death melodico che astrattamente dovrebbe piacere a tutti. Hanno un cantante che pare la sovrapposizione di Alexi Laiho e Mikael Stanne, un numero indefinito di riffoni che bilanciano alla perfezione la componente mortale e quella melodica, assoli di qualità e gusto nient'affatto ridondante, ma soprattutto una varietà molto accentuata, tanto che si spazia dai Soilwork agli At The Gates, per finire alle tastiere sinfoniche di "Monster In Me" e al sound scippato ai Naglfar in "The Journey". Capite bene che se i maligni diranno che questi qui campano sulla gloria altrui, i più moderati (soprattutto i più giovani) non solo saranno molto colpiti da 'Dawn Of The 5th Era' (ovviamente quinto lavoro dei Nostri), ma potranno arrivare a considerarlo un solido disco dai diversi volti, un riassunto senza errori del death svedese melodico, al massimo un pochino prolisso. Ad esempio, qui dentro è inclusa la massima cura per assoli e lick di chitarra propria dei Children Of Bodom, ma senza andare a compiere i loro sterili onanismi.
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