REALITY GREY: Define Redemption
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19/04/2014Quanto altro volevate farci aspettare? Otto anni ci sono voluti per avere il seguito di 'Darkest Days Are Yet To Come', spezzati solo da un EP di tre tracce che ci aveva fatto sperare e invece ancora silenzio. In studio, s'intende, perché dal vivo si è avuta una attività molto prolifica. Ebbene, 'Define Redemption' è la nuova grande prova dei Reality, quasi il ritorno a casa del cugino scapestrato che ti ha fatto scoprire il metal estremo. Accompagnato da una produzione grossissima che fa tremare i muri, l'album è un esempio favoloso di come si è riusciti a svecchiare il death metal. Gli influssi di melodic death svedese sono sempre presenti, mischiati con una attitudine in your face che richiama gli Unearth. La qualità delle fitte trame chitarristiche è palese, perché non si va mai a richiamare qualche luogo comune di cattivo gusto, anzi, le svisate tecniche rendono più duraturo l'ascolto. C'è la modernità di episodi come "Deadlock" che potrebbe disorientare, ma non possiamo costruire barriere mentali, visto che il brano è un esempio di come migliorare ed evolversi senza sputtanarsi (e che prestazione bestiale di Tommy). Unico appunto possiamo farlo su "Hypocrisy Breeds Hatred", tentativo non pienamente riuscito di rallentare il ritmo. Un disco che è vario e moderno, pronto per scaraventare di nuovo i ragazzi pugliesi in tour, magari con i Soilwork, cui devono molto in termini di influenze.
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