SATURNIAN: Dimensions
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25/08/2012Introdotto da una copertina molto suggestiva, il debutto dei Saturnian va diritto a colpire nel segno, indicando un nuovo e interessante nome per gli amanti del metal sinfonico ed estremo. Una volta lo chiamavano black metal sinfonico, senza tener conto dell'evidente contraddizione in termini, ma alla fine negli anni Novanta erano nate band di assoluto spessore che, poi nel decennio successivo, avevano provato soluzioni diverse. Cradle Of Filth e Dimmu Borgir, principalmente, per quanto riguarda il qui presente 'Dimensions', sono le maggiori ispirazioni. Ma non quelli abbastaza acerbi di inizio carriera, quelli iper pompati di 'Midian' e 'Death Cult Armageddon'. Non che sia una cattiva cosa, anzi. I Saturnian dimostrano di essere distanti dalla scena prettamente black (anche se il face painting rimane), andando a pescare carte come un bel po' di epicità e tanta oscurità decadente del gothic (l'utilizzo di una soprano come guest è stato vincente). In questa direzione vediamo che il coro magistrale di "The Shadow Prophecy" nella sua brevità è molto più convincente dell'intero ultimo disco dei Manowar; inoltre la bonus track è tanto vicina alle costruzioni sinfoniche dei Rhapsody più oscuri. Anche l'inquietudine degli Opeth che furono fa capolino nel riff di "Eternal Eclipse", che si traduce in ritmiche assolutamente fuori dal comune che tengono alta l'attenzione anche quando la qualità dei riff è un po' altalenante. A livello vocale possiamo riscontrare una discreta varietà visto che siamo sulle coordinate tracciate da Dani Filth in lavori come 'Godspeed On The Devil's Thunder' e 'Darkly, Darkly Venus Aversa'. Nota patriottica in conclusione visto che in diversi punti si trovano spunti già codificati dai nostrani Ecnephias nel loro 'Ways Of Descention'. L'ascolto non è dei più semplici, visto che solo dopo diversi ascolti si riesce a comprendere il reale valore del cd, ma il magnetismo prodotto poi ripagherà la pazienza.
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