SORCERER: Sorcerer
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18/11/2015Ci sono gruppi che meritano di essere riscoperti, e gli svedesi Sorcerer sono uno di questi. La loro prima parte di vita è stata breve ed anche poco intensa, dal 1988 al 1992 hanno prodotto due demo e poi sono scomparsi; il cantante Anders Engberg ed il bassista Johnny Hagel sono rimasti nel giro metal, il primo inizialmente con i Lion's Share, con i 220 Volt poi, ed il secondo con i Tiamat tra gli altri, ma dal 2010 hanno riunito le loro forze con nuovi elementi, e credendo fermamente che i pezzi scritti allora fossero tuttora validi, hanno ridato vita al gruppo che è anche arrivato all'agognato primo full lenght lo scorso marzo. Il cd in questione però non è l'autointitolato debutto su lunga distanza per i Sorcerer, ma la riedizione da parte della Hammerheart Records della compilation uscita originariamente nel 1995 e qui rimasterizzata, restaurata con un nuovo artwork ed aggiustata con pezzi differenti oltre a quelli presenti sui demo iniziali; siamo di fronte ad un ottimo esempio di quel doom epico che tanto ha fatto la fortuna dei Candlemass e degli strettamente collegati Solitude Aeternus, e che nei momenti più epici rispolvera anche gli sfortunati quanto bravi Veni Domine, il tutto in virtù di una prestazione vocale ispirata e di alcuni pezzi che, usciti solo qualche anno prima e non in pieno marasma grunge, avrebbero dato alla band la visibiltà meritata. E' chiaro che pur essendo rimasterizzate, queste versioni sono ancora un po' ingenue, e quelle risalenti al primo demo, anche poco energiche, a causa di un batterista poco potente ed un'incisione secca che non dava corposità. Forse è anche per questo che Anders Engberg e soci non hanno riesumato nessuno di questi brani per il debutto, affidandosi a composizioni del tutto nuove, ma per chi ha nel cuore le band citate sopra e vuole riscoprire una pagina che sembrava annerita di metal epico e drammatico, questa ennesima riedizione è un toccasana, non fosse altro perchè oramai tutte le versioni precedenti sono praticamente introvabili, e perchè ascoltare un trittico come "Dark Ages", "Far Beyond" e "The Battle", dove esce tutta l'enfasi oscuramente epica dei Sorcerer, è una goduria indescrivibile, completata dalla title track che, pur soffrendo dei difetti di cui sopra, resta sempre uno dei migliori pezzi che il genere abbia mai partorito. Bentornati!
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