VICIOUS RUMORS: WELCOME TO THE BALL
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25/08/2003E' una strana storia quella dei Vicious Rumors ma allo stesso tempo una storia che li ha resi cult-band per eccellenza. Una storia costruita sulle basi, ahimè, della tragicità degli eventi (la prematura scomparsa di Carl Albert), sulla non curanza di buona parte degli ascoltatori (soliti scellerati) nonostante accasati ad una major e dotati di buona esposizione, e spesso solo ricordata come la band che ha dato i natali al giutar-hero Vinnie Moore. Inoltre, da aggiungere, una scarsa vena compositiva degli ultimi tre lavori che effettivamente non hanno suscitato la curiosità di chi, magari, si è avvicinato al gruppo per la prima volta. Ma "Welcome To The Ball" è il capolavoro e disco della consacrazione definitiva, e rappresenta l'occasione giusta per avvicinarsi ad una delle band più potenti e con disumana classe che gli States abbiamo mai partorito. WTTB è il disco che non ammette né indifferenza né ignoranza e non presenta alibi per nessuno di quelli che vorrebbero giustificare il peccato mortale per averlo fatto passare inosservato o quasi. Heavy metal, power, speed, tecnica, compattezza, aggressività, che afferra per i capelli Judas Priest e Riot ed il sound tipico del genere nato e cresciuto sul suolo americano e tenuto per mano da altre storiche formazioni quali Armored Saint e Liege Lord, e che rielabora e personalizza il tutto consegnando la band all'immortalità. "You Only Live Twice" è una freccia scoccata con furia e destrezza, velocissima e devastante e con un impatto in sede live assolutamente sventrante. Un classico, cosi come l'opener "Abandon", perfetta nel suo incedere imperante, e l'elettroacustica "Children", inno all'innocenza. C'è spazio anche per una ballad, "When Love Comes Down", che paga dazio ai Priest di "Night Comes Down", ma interpretata con una intensità davvero disarmante. Ma tutto il resto dell'album viaggia su coordinate assolutamente incredibili, niente è lasciato al caso se non il lasciarsi dietro una ecatombe di cuori e corpi piacevolmente afflitti dai colpi inferti da Geoff Thorpe e soci. Menzione particolare per Carl Albert, ugola dalle capacità interpretative invidiabili e probabilmente uno degli ultimi grandi singer del genere: quelli che prima di intonare un brano passano prima dalla ferramenta per scartavetrarsi le corde vocali e fare gargarismi, poi, con l'acqua ragia. Carl è morto nel 1995.
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