AEROSTATION: Rethink
data
05/12/2025Aerostation, audace trio italiano. Visionari, esploratori, maniaci dell’evoluzione della musica. Attenti alle realtà che hanno cambiato, o che stanno rinnovando il mondo della musica, e cercano di farne parte con la loro memoria e la loro tecnica, mettendole al servizio di una rielaborazione dei linguaggi standard di più generi musicali, per dare vita a qualcosa di alternativo, imperfetto: crossover prog. ‘Rethink’ è l’ennesimo pretesto (secondo progetto, al loro debutto del 2018) per manifestare che nulla è definito e/o definibile, e che la mente umana può dirigersi verso nuovi confini e utopie musicali. Pensare ad un mondo che permetta di esprimere concetti come libertà e determinazione è una delle coordinate basiche di questo trio (Alex Carpani, Gigi Cavalli Cocchi e Jacopo Rossi). Creare musica che è essa stessa avanti rispetto ai suoi tempi è il loro timbro. E’ come se gli Aerostation andassero a “recuperare” dal futuro qualcosa che è in germe, che è solo abbozzato, potrebbe avere un potenziale, ma è all’inizio della sua gestazione e va modellato e riplasmato, anche senza conoscere la previsione della sua evoluzione. Analisi di logaritmi, di dati, di correlazioni, sono territori a loro sconosciuti. Suonano composizioni dal suono aerospaziale. La loro alchimia non è data dal singolo strumento, esente di chitarra oltretutto, ma dalla fusione di synth, keytar, batteria energica, electronic pad, basso ed effetti sonori virtuali. Sono progressivi, con innesti di musica “popolare” e incursioni ibride. Quest’ultimo punto è un tema molto caro ad Alex Carpani, compositore principale dalla smisurata e proficua manifestazione underground della sua espressività artistica, ricca di teatro e di letteratura. L’electro-jazz della traccia “Dinner At Grand Central Station” del suo album solista ‘The Night Express’ (2003) o le combinazioni del liscio/musica elettronica con il jazz nel suo ‘Electro-Soup At 10:00 pm’, sono come visioni di lucciole che mi guidano nell’ascolto, per capire le intenzioni di questo gruppo: propositi trasferiti sulla sfera progressiva. ‘Rethink’ è un “progetto switch”, dal potere commutativo, tratta il tema di un nuovo inizio. Fa ripensare alla propria vita, al proprio ruolo in essa, alle priorità, alle persone di cui ti circondi, alle paure che ti lasci alle spalle, e a “qualcosa” che ti guida, e che assume nuovo spazio dentro e fuori di te. Musicalmente più compatto rispetto all’esordio, si presenta come un concept con innesti anomali che svolgono la funzione di deviatori, commutatori e/o interruttori che cercano di cambiare faccia alla nuova scena progressiva. Rap annunciato e perfettamente integrato in “Life Is Calling”. Linguaggio che prende ancora più piede con un Alex Carpani in veste di rapper in “Meet Me At The End Of The World”, modellandone il vigore della traccia. Urlo rock “tropicale” in “Drive My Soul”. Coriste da sonorità magrebine, ed un riff “virtuale” Clan Destino in “Soulshine” che mi ha fatto venire i brividi. Melodia da intermezzi interessanti in “Run As The Sun Goes Down”. Chiude il progetto “Messiah” con la sua atmosfera onirica.


Commenti