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HENDRIX, JIMI: STOCKHOLM CONCERT

data

21/05/2004
S.V.


Genere: Rock
Etichetta: Purple Haze
Anno: 2004

Cosa non è stato già scritto e detto su Hendrix? Cosa manca al vastissimo oceano di articoli, recensioni, live-report, importanza storica e curiosità sia sulla sua vita artistica, sia su quella privata? Mi verrebbe da scrivere, sinceramente, assolutamente niente. Anche perchè, volendo saziare la propria fame su uno dei piu grandi miti del rock, basterebbe digitare nome e cognome in un qualsiasi motore di ricerca che interminabili pagini di siti a lui dedicati inonderebbero a fiotti lo schermo. Cosi come biografie edite in libreria. Ed è arduo anche parlare del feeling, di quello che Jimi riusciva a trasmettere dai suoi dischi e, soprattuto, dalle sue esibizioni dal vivo. Quale sentimento non è stato ancora descritto? Eppure, proprio le emozioni dovrebbero rendere diverse le esperienze di ogni singolo ascoltare. Allora c'è da chiedersi cos'è che Hendrix deve ancora dimostare. Cosa dovrebbe ancora far parlare della sua musica che non sia ancora stata pubblicata. Quesiti, questi, a cui non mi sento di rispondere. Proverei forte imbarazzo, intimorito dalla incarnazione del mito classico verso cui molti sono debitori, musicisti ed ascoltatori, direttamente ed indirettamente. Ecco, mi piace ancora guardare a Hendrix come quella sorta di sciamano della chitarra che evoca spiriti liberi e misterici attaverso l'elettricita, e che li diffonde facendoli fluttaure tramite le note come ioni misti ad aria che inebriano l'audience. Senza dovere ad ogni costo dare una spiegazione. "Let The Music Do The Talking", canta qualcuno. Questo double CD, "Stockholm Concert", doppio show tenutosi il 9 gennaio del 1969 nella capitale svedese, è già circolato in diverse edizioni sotto forma di bootleg. Ma grazie alla Purple Haze Records vede luce nuova grazie ad una registrazione/produzione all'altezza. E per quanto concerne il materiale in sè, nella confezione sono presenti tutte le song che hanno contribuito alla grandezza del chitarrista di Seattle: "Spanish Castle Magic", "Hey Joe" e "Red House" su tutte, riproposte con la magia di sempre. Quindi, oltre ai vari collezionisti, un live per tutti quelli che vorrebbero avvicinarsi per la prima volta alla sua musica, per quelli che non l'hanno mai approfondito abbastanza, e per chi lo conosce già come le sue tasche ma cerca di afferrare il responso di un pubblico non molto considerato nei decenni passati per le registrazioni dal vivo, e la risposta della intera band alla sua esultanza. Tutto il resto scopritelo da soli. Ogni secondo potrebbe essere un pezzo di immortalità cui rendersi partecipi.

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