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STAGE OF REALITY

In occasione del concerto di lancio e presentazione del primo lavoro degli Stage Of Reality, 'The Breathing Machines' abbiamo il piacere di intervistare Andrea Neri, chitarrista, compositore ed ideatore del progetto musicale.

Ciao Andrea, un concept impegnativo quello trattato nel disco. Il pensiero di Pasolini, i mezzi di comunicazione, l'impoverimento culturale. Come nasce questa esigenza? Si tratta di un'urgenza, oppure è il frutto di una lunga riflessione? Ho covato per lungo tempo questo progetto, e dopo il tour con Blaze Baley ho deciso di lavorare per realizzarlo concretamente. Ho iniziato ad elaborarlo fin dalle scuole medie, mi ha sempre affascinato ed interessato il pensiero di Pasolini che mi ha fatto riflettere sulla differenza che c’è tra le varie generazioni. E non parlo di età anagrafica, ma della diversità con la quale nel tempo abbiamo modificato il modo di percepire ed elaborare le informazioni utilizzando l’intelletto ed il ragionamento. C’è stato un graduale passaggio che ci ha visti inizialmente trasferire esperienze vissute in prima persona, poi rielaborare e trasmettere fatti non vissuti, fino ad arrivare ad oggi, tempi nei quali le informazioni si reperiscono principalmente sul web e dove la maggior parte delle persone prende per buono quanto legge, senza farsi domande sulle fonti, senza verificare se quanto appreso sia plausibile o meno.

Prima di ascoltare il live di questa sera temevamo che, poiché gli Stage Of Reality nascono totalmente da una tua idea, ed in seguito hai cercato i componenti per creare la band, avresti rischiato di creare un gruppo con ottime doti tecniche, ma che risultasse un po' freddo e distaccato dal vivo. A dire il vero stasera ci siamo dovuti ricredere già dopo i primi pezzi. E’ stato difficile trovare musicisti che condividano così profondamente il tuo pensiero tanto da metterlo in musica e trasmettere emozioni in empatia con il pubblico? Innanzitutto mi fa piacere che vi siate ricreduti, poi devo dire che in effetti sono stati molto bravi i ragazzi a fidarsi di me e a seguire in tutto e per tutto le mie indicazioni. Io avevo tutto chiaro nella mia mente, ma all’inizio è stato complicato perché ho dovuto trasmettere loro l’idea, il concetto di fondo. Poi anche loro si sono appassionati all’argomento e l’hanno fatto proprio. Hanno reagito ottimamente anche alle molte influenze da diversi generi musicali che fanno parte della mia musica, potevano confondersi le idee e interpretare un brano prog, uno metal, uno hard rock, senza capire che direzione prendere, invece sono riusciti a seguirmi e fondere tutte queste influenze in una sonorità unica che è quella degli Stage Of Reality.

Di cosa parla nello specifico "Mindless"? Parlaci anche della registrazione inserita nel brano. "Mindless" e la registrazione di Pasolini inserita nel brano (tratta dall’articolo "Sfida ai dirigenti della televisione" apparso sul Corriere della Sera il 9 dicembre 1973, ndr) sono il punto di partenza di tutto il concept. Si osserva un potere che piano piano ha portato le persone ad eliminare la capacità di ragionamento, le ha svuotate di sentimenti facendole vivere di sole esigenze fisiche utilizzando, principalmente, la televisione come canale di diffusione. Ora che alla televisione si è aggiunto il web, questo messaggio è più che mai attuale. Tutti i mezzi di comunicazione di massa possono trasformare una notizia, mettendoci a conoscenza di alcuni fatti e tralasciandone altri, manipolando le informazioni. Creando così una cultura prettamente tecnologica, imposta dall’alto e che fa in modo, come diceva Pasolini, che non si sviluppi il “vecchio” uomo che è in noi facendo rattrappire le nostre facoltà intellettuali e morali.

L'impostazione "tecnologica" di fondo del disco va a braccetto con il tema della comunicazione, soprattutto con la realtà attuale in cui tutto viaggia ormai "in digitale". Non riscontriamo invece lo stesso in merito alla matrice musicale, ancorata perlopiù ad un hard rock di scuola classica. Parli del presente e del futuro...guardandoti continuamente indietro? Sì, creare questo contrasto è quello che volevo. Ed è un tema che tratto in "Shadows From The Past". Ovvero, riappropriarci delle nostre facoltà di ragionamento e discernimento, di provare emozioni e sentimenti che erano insite nell’uomo del passato e che ora sono sopite, ma senza rifiutare ciò che di buono c’è nella tecnologia. Anche la musica è progredita, la tecnologia ci viene in aiuto per renderla maggiormente fruibile, siamo passati dal vinile al cd all’mp3, ma il salto generazionale avverrà solo quando questa tecnologia sarà al servizio di un’umanità pensante che saprà utilizzare il nuovo senza perdere quanto acquisito fino a quel momento.

Stage Of Reality - 'The Breathing Machine': se qualcuno prendesse in mano il vostro cd non conoscendo alcuna vostra nota biografica, penserebbe ad una band e ad un disco prog rock/metal. Secondo te? Sì, devo ammettere che la copertina è fuorviante, ma non è voluto. Il palazzo è quello di "The Building" dove si trova la casta che detiene la conoscenza da trasmettere solo agli eletti, il deserto rappresenta il mondo ancora da costruire, l’uomo che si vede uscire dal palazzo è Pasolini.

In fin dei conti, che cos’ è, o chi è la Breathing Machine? La Breathing Machine è l’uomo che perde ogni facoltà di ragionamento e che non prova più sentimenti divenendo molto simile ad un robot, appunto una macchina che respira. Tanto è vero che nel brano omonimo si ipotizza l’immissione di un chip al posto del cervello. Prima di diventare una Breathing Machine si passa però per lo stadio di Grey Man, ovvero una persona comune al quale viene propinata una ed una sola conoscenza come verità assoluta e che quindi utilizza il cervello solo per le attività più elementari.

L' alternative sul piano compositivo pare rappresenti per voi la strada per andare qualche volta oltre la classicità. Cosa o chi ti influenza da questo punto di vista? Ascolto veramente di tutto, in questo caso ho avuto influenze, fra gli altri, dai Korn e dai Muse.

Davvero? Non lo avrei detto! Questo è un bene, perché vuol dire che sono riuscito a fare miei dei concetti musicali che poi ho ripreso e rielaborato per creare un suono che sia Stage Of Reality, e non qualcosa di già sentito dai Korn o dai Muse!

Perché la scelta di lanciare come primo singolo la track "The Next Generation" che in realtà chiude il concept? Perché secondo il regista è la canzone che si presta maggiormente ad essere raccontata con immagini. In realtà nel videoclip viene rappresentato principalmente il messaggio di "Mindless", che però sarebbe stato difficile trasformare in video, vista la lunghezza del brano.

Ci è sembrato che nonostante l’aspra critica che traspare nei confronti della società moderna, il messaggio sia comunque ottimista: esiste una speranza di risvegliare nell’uomo i sensi, i sentimenti e la ragione. E’ così? E in che modo? Sì, le due canzoni che chiudono il concept, "Where Are We Going" e "The Next Generation" sono fondamentalmente di speranza. Che l’uomo si interroghi su dove lo sta portando questa atrofizzazione della ragione e che quindi inizi a darsi delle risposte e a cercare informazioni e comunicazione alternativa a quella imposta per raggiungere infine il fatidico salto generazionale.

Come ti trovi con la vostra casa discografica, la Nuvi Records? La casa discografica è stata fondata da amici e persone che conosco e che credono fortemente nel mio progetto tanto da investirci del denaro, per cui mi trovo perfettamente a mio agio, ed ho potuto scrivere le canzoni senza nessun tipo di limite od imposizione.

Immaginiamo partirà un tour promozionale, avete già date e luoghi? Le date ed i luoghi ancora non li sappiamo, abbiamo registrato stasera un video che ci servirà come presentazione ai locali, che giustamente vogliono vedere quello che sappiamo fare sul palco prima di confermarci dei concerti. Ti confesso che puntiamo principalmente all’Europa dove la cultura musicale è più sentita e non viene considerato un problema pagare un biglietto per ascoltare un gruppo emergente.

Siamo ai saluti, vuoi aggiungere qualche cosa all’intervista? Grazie per essere venuti al live, che spero vi sia piaciuto, e per l’intervista!

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