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THE WINGMAN

Dopo averveli presentati con la recensione del loro mini di debutto 'Sleeping Eyes', abbiamo avuto il piacere di incontrare i rockers veneti The Wingman per saperne di più su questo giovane e interessante progetto.

Partiamo dalle presentazioni: come descrivereste la vostra band a chi ancora non la conosce? Siamo un gruppo di amici appassionati di musica e calcio. Quando non siamo seduti in un locale a discutere di quanti milioni ha speso il Manchester City nel mercato estivo. ci puoi trovare in qualche pub, o festa paesana, a suonare la nostra musica e a divertirci coi nostri fan. Queste sono solitamente le serate migliori!

Se non erro siete in attività dal 2015, arrivando solamente oggi alla pubblicazione del vostro primo capitolo discografico. Cosa vi ha spinto ad aspettare tanto per quel che riguarda il primo passo? Nel 2015 eravamo cinque matricole universitarie uscite dallo stesso liceo. Per due anni abbiamo suonato in qualsiasi locale per re-investire ciò che guadagnavamo nei live: quindi monitor, microfoni, mixer e quant'altro. Un altro intero anno lo abbiamo poi trascorso a fare cassa per poter incidere 'Sleeping Eyes' nello studio professionale qual è' il Kalimba Studio di Corrado Molon. Quindi, come dicevano quei famosi ragazzi australiani: 'It's a long way to the top if you wanna rock and roll'.

'Sleeping Eyes' visivamente parlando mette in evidenza un lato quasi infantile, con giocattoli e tonalità pastello. Quegli occhi addormentati menzionati nel titolo sono forse di un bambino? Come è nato questo concept grafico? La copertina dell'EP raffigura la scena inziale descritta dal cantato della prima traccia “Bash”, ossia il ritorno a casa dopo una giornata pesante con tutti i vari pensieri d’amore, speranza, tristezza che solitamente ti affliggono nei momenti di solitudine. Da qui il titolo dell'album “Sleeping Eyes”. Infatti, tale messaggio fa da collante per tutte e cinque le tracce, ed in ognuna di esse viene sopraffatto dalla potenza di un ritornello, nella dolcezza dei sogni, o nella fuga in un’isola greca (vedi “Karpathos”), ragion per la quale abbiamo optato per dei colori tenui e poco saturi come quelli dell'alba mattutina. Il videoclip di “Bash” che uscirà a breve segue lo stesso concept grafico e vi invitiamo tutti a dargli un'occhiata!

Arrivando invece all’aspetto sonoro, come detto in diverse recensioni ciò che viene fuori da questo mini è la vostra apertura mentale in fatto di musica rock. Avete coinvolto nel progetto elementi come elettronica, folk, il pop e a mio modo persino qualche richiamo garage. Come sono nati i vostri brani e da dove è venuta fuori l’idea di coinvolgere correnti artistiche così diverse tra loro all’interno dei vostri brani? Abbiamo preso ispirazione da band che stimiamo, rubando quindi un po' di qua e un po' di là. Il concetto è che se mi piace un determinato tipo di musica è inevitabile che il mio inconscio lo riprenda nella mia canzone che magari, in principio, nasce totalmente diversa. Talvolta funziona, altre volte no, ma questo è il bello della musica: non c'è niente di giusto e niente di sbagliato.

Il risultato finale è senza ombra di dubbio piacevole, nonostante a volte la sensazione è quella che forse avete osato un tantino troppo di tanto in tanto… Siete d’accordo con questa tesi? Cosa a vostro avviso andrà raddrizzato in futuro per dare linearità alla vostra proposta artistica? Alcune riviste che hanno recensito 'Sleeping Eyes' elogiano la varietà di generi e suoni del nostro mini come prodotto di 'un'indiscutibile cultura musicale', altri invece la interpretano come un'incapacità di autodefinizione dovuta dall’età ancora acerba dei componenti. Per quanto ci riguarda le nostre canzoni hanno tutte gli stessi ingredienti che sono melodia, ritornello e crescendo. Finché ci atterremo a questa formula magica, ci ritroveremo di fronte a una strada dritta con mille mezzi a disposizione per percorrerla e questo per noi è fonte di ispirazione.

Quale brano presente nell’EP pensate sia più vicino allo stile che adotterete in futuro? E qual è il vostro brano preferito dell’intero lotto? Se dovessimo continuare a seguire la 'formula magica' allora ci verrebbe da dire che lo stile che adotteremo sarà uguale a quello di 'Sleeping Eyes', magari aggiungeremo qualche synth o qualche chitarra più cattiva, chissà! Crediamo, comunque, che una canzone sia bella se essa risulta suonata solamente con una chitarra acustica o un piano. Tutto il resto è colore.

Arriviamo ai testi. C’è un tema portante all’interno di questo EP? Volete descriverci i temi trattati nei vari brani? Il tema portante è l'inquietudine dovuta dalla routine di un ragazzo/a universitario/a, dell'amore stesso e del senso di stanchezza che tante volte ci può affliggere nei momenti di debolezza. In ogni canzone proponiamo una via di fuga quale può essere un mondo idilliaco come su “Desolate Heart” o “Sweetest Dream”, oppure la fuga in un'isola come su “Karpathos”. In parte diverso è il discorso per “Bash” e “Smells like Alcohol” dove il messaggio di conforto deriva dal fatto che il domani è un nuovo giorno e le cose possono andare sicuramente meglio.

Il cantato come spesso accade in ambienti rock ha una importanza direi quasi vitale. Come avete approcciato la parte vocale al lato sonoro di 'Sleeping Eyes'? Crediamo che il cantato sia l'elemento principale della nostra musica e per questo abbiamo fatto in modo di porre in primo piano la voce di Umberto cercando di risaltarla nel migliore dei modi.

Cosa dobbiamo aspettarci dai The Wingman da qui alla fine del 2018? Sicuramente pubblicheremo almeno due singoli. Il primo sarà “Bash” e il secondo “Karpathos”. Entrambi avranno due video bellissimi e non vediamo l'ora di poterli pubblicare su YouTube e Social!

Dal punto di vista live quali sono i vostri progetti in termini promozionali? Speriamo che con la pubblicazione del nostro EP e con l'uscita dei sue singoli qualcuno ci ascolti e ci proponga a qualche festival, e poi da cosa speriamo arrivi cosa...

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