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A PERFECT CIRCLE

Era fin dal loro incipit nella scena musicale mondiale che aspettavamo il momento propizio per vedere dal vivo questa tra le tante creature (Tool, Puscifer) di quella mente poliedrica, autore ed ugola di eccelse doti a nome di Maynard James Keenan; miglior regalo per Natale non avremmo potuto aspettarci. Il timore ci ha pervasi allorchè è stata comunicata la sede del concerto (Palalottomatica), tenuto conto di alcuni precedenti live in cui il sound non eccelso, rimbombava nelle parti di batteria triggerata; invece fin dai Chelsea Wolfe l’acustica non era niente male, anzi tutt’altro, calibrata alla perfezione grazie al lavoro dei tecnici del suono e del fonico che hanno tenuto i volumi bassi impedendo l’effetto riverbero che altre volte abbiamo dovuto subire. La scelta della band spalla non è stata lasciata al caso, i Chelsea Wolfe hanno confermato le voci che li vede come band dalle notevoli capacità di songwriting; capitanati dall’omonima leader dalla voce calamitante, hanno sciorinato un doom saturo di riverberi psichedelici, tellurici e di pregevole fattura; set breve ma intenso che ha lasciato tracce indelebili. Prima dell'inizio del live degli A Perfect Circle un tizio del management ci ha esortato a non utilizzare i cellulari durante il concerto perchè la band sarebbe stata fortemente disturbata da ciò che è ormai diventata una processione di foto e display accesi per tutta la durata del set, e stranamente il pubblico ha osservato tale preclusione fino alla fine del concerto, quando Mr. Keenan, lasciando il proscenio, ha dato l'ok per usarlo e si è scatenato l'inferno. Maynard, d'altro canto, ci ha abituato alle sorprese e anche stavolta ci ha messo del suo, posizionandosi volutamente nelle retrovie del palco, per giunta al buio, lasciando il proscenio a Billy Howerdel, ed il pubblico a scrutare le oscurità in cerca di una sua possibile visione che si è materializzata solo alla fine del set, portando alla luce un’abbigliamento inconsueto e mainstream, composto da giacca, cravatta e gilet su camicia bianca. Apertura del set che colpisce dritto al cuore e lo tramortisce: "Eat The Elephant", "Disillusioned" e "The Hollow" hanno distribuito emozioni a profusione; la contagiosa "Talk Talk" prosegue nell'opera di saccheggio dell’ultimo lavoro 'Eat The Elephant', seguite dalla pseudo Daft Punk, per il contrappunto elettronico e la voce filtrata, "Hourglass" e l'epica "The Doomed" che si porta dietro qualche strascico a là Faith No More, mentre da “Weak And Powerless” a “Rose” ha preso corpo la deriva Tool e l’aria si è saturata di distorsioni, intervallate dall’accattivante "So Long and Thanks For All The Fish" che nasconde una lucida critica allo status quo imperante nella nostra società. La scenografia essenziale, ma che catturava l'occhio, era composta da stalattiti a forma di lame da bisturi che puntavano verso il basso e sulle quali si materializzavano in maniera intercambiabile figure amorfe. Un vero e prorprio boato del pubblico, che fino a quel momento è stato in silenziosa contemplazione come di fronte a qualcosa che lascia a bocca aperta, c’è stato sulle prime note di "Judith", che tante contorsioni di corpi ed headbanging ha comportato.  A fine concerto vedere i membri della band abbracciarsi e Billy ringraziare il pubblico con evidente commozione è stata una scena che ci è capitato di vedere raramente. Un'ora e trentacinque minuti di set volati via come il battito d'ali di una farfalla, segno che la band ha saputo ammaliarci e trascinarci in un mondo di sensazioni che solo in un concerto si possono vivere. Flawless.

SETLIST:

Eat the Elephant
Disillusioned
The Hollow
Weak and Powerless
So Long, and Thanks for All the Fish
Rose
Thomas
People Are People (8. Depeche Mode cover)
Vanishing
Blue
3 Libras (All Main Courses Mix)
The Contrarian
TalkTalk
Hourglass
The Doomed
Counting Bodies Like Sheep to the Rhythm of the War Drums
Judith
The Package
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Commenti

  • Gius

    Condivido le emozioni descritte nell’articolo! Il concerto è stato un esempio di come le esecuzioni dal vivo possano portare la musica su di una dimensione superiore! Gli artisti hanno reso onore all’aggettivo contenuto nel loro nome...semplicemente PERFETTI!

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