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DARK TRANQUILLITY/CHIMAIRA

(Mi scuso per l'assenza di foto, ma il mio imprevisto ritardo nell'arrivare al New Age non mi ha permesso una posizione ottimale, e mancando nel locale trevigiano il classico pit fotografi, non ho potuto efettuare alcuno scatto) Quando entro nel New Age la folla ha già riempito più della metà del locale (l'affluenza complessiva a fine serata sarà di quelle da grosse occasioni) e si sta godendo lo show dei danesi HATESPHERE, ormai di casa da queste parti dove possono contare su un nutrito manipolo di fan. Ogni volta che li rivedo i cinque scandinavi mi sorprendono con una prestazione chirurgica e potente sempre migliore della precedente; forse spiazzati da tanta calorosa accoglienza, i nostri non risparmiano nessuno puntando moltissimo sul loro ultimo e validissimo "The Sickness Within", dal quale sono estratte "The Coming Of Chaos", "The Fallen Shall Rise In A River In Blood" e "Heaven Is Ready To Fall", con lo show che si conclude nel tripudio generale con il classico "Hate". Gli Hatesphere sono ormai una garanzia, e all'atto pratico mettono tutti d'accordo. Mica roba da poco. Mentre viene allestito il palco per i da me attesissimi CHIMAIRA, un sacco di gente si rifugia nelle retrovie. Situazione piuttosto surreale e anche, lasciatemelo dire, triste. Dopo una lunghissima intro la band sale sul palco e parte a cannone "Nothing Remains"; i suoni dei primi brani saranno leggermente confusi, con un volume eccessivo per quanto riguarda la cassa della batteria (che ha però permesso di constatare come anche dal vivo Kevin Talley sia una drum machine di pelle e ossa), ma la band non si risparmia e calca lo stage con esperienza da vendere. Hunter si propone come frontman più che sufficiente, affiancato alle backing vocals dallo scatenato keyboardist Spicuzza, in gran spolvero invece la coppia d'asce, soprattutto un Rob Arnold visibilmente dimagrito, e il pulsante basso del simpatico Jim LaMarca. Se si esclude "Severed", lo spazio nella setlist è stata equamente redistruibita tra "The Impossibility Of Reason" e l'ultimo "Chimaira"; la cosa che non ha funzionato nel concerto dei Chimaira è senza dubbio la scarsissima partecipazione del pubblico, perlopiù immobile e scazzato (tanto che a un certo punto Mark dirà 'C'mon, you're so quiet, make some fuckin' noise!') che sembrava applaudire più per dovere che altro, almeno la maggior parte visto che fan della band ce n'erano eccome. Tolto ciò, una prova granitica e potente per una band che meriterebbe ben altro tipo di audience (il buon Jim, con il quale mi tratterrò durante il concerto degli headliner, la prenderà comunque con filosofia, rispondendo 'Oh, it's ok, we do well' alle mie 'scuse' per l'accoglienza riservatagli). Nota di colore: finito lo show, i Chimaira offrono al pubblico un inspiegabile numero di cabaret. Scesi dal palco, vediamo rientrare Mark Hunter con in braccio la chitarra di Arnold e suonare un orribile assolo. La stessa scena si ripete con LaMarca, poi con Talley, che rimane sul palco mentre Rob si posiziona dietro la batteria, iniziando a strimpellare. I due abbozzano una cover modello 'ragazzini sedicenni in sala prove' di "Seek And Destroy", alla quale LaMarca presta la sua voce; peccato che il paffuto bassista si dimentichi gran parte del testo! Personalmente ero piegato dalle risate, ma non so quanto il resto del pubblico abbia apprezzato, nonostante i cori 'searchiiiiing...seek and destroy' fossero sulla bocca di tutti. CHIMAIRA setlist Nothing Remains Save Ourselves Severed Power Trip Cleansation The Impossibiliy Of Reason Inside The Horror Comatose Eyes Of A Criminal Overlooked Pure Hatred I DARK TRANQUILLITY, si sa, in Italia possono contare su uno stuolo di fan davvero fedele e devoto. Ne è conferma sia la massiccia affluenza di stasera che la visibile emozione negli occhi di Stanne e compagni durante il concerto. La band di Gotheborg torna a distanza di pochi mesi per 'riparare' alla brevissima setlist avuta a disposizione con i Kreator, e lo fa in maniera professionale come al solito. Suoni potenti, chiari e precisi e band in palle, ben rodata e ormai una sicurezza per chiunque li vede dal vivo. Per me era la quinta volta, e ho fatto fatica ad annoiarmi. Merito senza dubbio del valore dei brani targati DT, ma anche di una setlist nella quale fanno capolino pezzi raramente eseguiti dal vivo come "Freecard" o la commovente "My Negation". Il resto della scaletta si è composta di brani che ormai sono dei classici, da "The Treason Wall" all'immancabile "Punish My Heaven" passando per la sempre emozionante "ThereIn" (ho visto diverse ragazze piangere), i Dark Tranquillity non fanno prigionieri e ammettono, con sincerità, che gli italiani sono il loro pubblico favorito e 'adesso dovremmo scendere dal palco, voi urlate e noi torniamo, beh, fuck that, non lo faremo, continuiamo semplicemente a suonare'. Ormai i cinque svedesi sono un'istituzione nel nostro paese, e si meritano tutto il supporto che anche stasera Roncade è riuscito a dargli. Alla prossima ragazzi, vi aspettiamo con il nuovo album. DARK TRANQUILLITY setlist The Treason Wall Lost To Apathy Zodiakjl Light Damage Done The New Build The Wonders At Your Feet White Noise / Black Silence Therein Senses Tied Monochromatic Stains Freecard Punish My Heaven My Negation Final Resistance

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