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PERVERSION 99

Ci siamo recati al Sinister Noise per il 99 FEST, presentazione del primo full lenght dei Perversion 99, ‘Declaration of War’ uscito lo scorso 4 aprile. Entriamo sulle prime note dei romani Ozaena. Il quartetto esprime un thrash abbastanza potente, sonorità compatte che dal vivo hanno una buona resa, soprattutto grazie a come il cantante Valerio Cascone riesce ad utilizzare la voce. Rispetto ad altri loro live a cui abbiamo assistito ci appaiono però un po’ sotto tono, ricordiamo infatti di averli visti decisamente più in forma e brillanti in altre occasioni. In questa serata la chitarra a volte è sembrata slegata dal resto del gruppo e la scaletta scelta ha presentato poche variazioni, risultando l’insieme un po’ monotono.

A seguire salgono sul palco i Chronic Hangover, quartetto romano di discreta esperienza che ci fa ascoltare ottimi spunti musicali che denotano una ricerca di qualcosa di nuovo e personale. L’unico elemento che non ci ha del tutto convinti è il cantante. Nonostante sia chiaro che sul palco ci sa stare e ci sta bene, forse per un problema di volumi e di fonico, o forse per una serata in cui la voce non era al meglio, ma la sua prestazione ci è apparsa stridere col gruppo, abbiamo avuto difficoltà a sentire la parte vocale e ci è sembrata un po’ volere ricalcare Brian Johnson ma senza riuscirci.

Ed ecco il momento dei Perversion 99, gruppo Thrash reduce dal tour europeo che li ha visti ottenere un buon successo in Francia, Germania ed Olanda, che finalmente presenta il disco nella propria città. Accolti da un pubblico molto partecipe che ormai ha riempito la sala, sin dalle prime note ci rendiamo conto di quanto questa esperienza europea abbia unito e fatto maturare il quintetto capitolino: ormai i due nuovi elementi, Lorenzo Manzi alla batteria, ed Edoardo Ducci alla chitarra ritmica si sono perfettamente integrati al resto della band. Con l’intro “The End Of The Epoque” siamo subito proiettati nell’atmosfera pregna di teatralità, che soprattutto il vocalist Matteo Dalainon Falcioni sa esprimere.

Il concerto non ha momenti di pausa, si passa dalla carica di “Kriegserklärung”, a nostro parere la traccia migliore di ‘Declaration Of War’, alle collaudate “The Art Of War” e “The Crimson Sultan” fino al picco raggiunto in chiusura con “Worse Than Hell” dove si scatena il pogo. Mentre gli assoli di Simone Stramaccioni ci riempiono piacevolmente le orecchie, dobbiamo constatare come unica nota dolente della serata che purtroppo il basso non si sente molto bene ed è un peccato che ci sia questo disguido fonico perché non ci fa apprezzare fino in fondo gli assoli e le slappate del talentuosissimo Francesco Vinci. La carica è stata comunque percepibile nell’aria per tutta la serata e nulla ha scalfito quest’atmosfera.

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