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BATHORY: BATHORY

data

26/01/2005
SV


Genere: Black Metal
Etichetta: Black Mark
Anno: 1984

Follia. Non c'e altra spiegazione. L'inizio della saga della cult band per eccellenza, i Bathory, può essere definito soltanto come un atto di follia. Follia allo stato puro, una follia visionaria, crudele, pazzesca, efferata e sardonica… o forse una presa in giro, uno scherzo al mondo intero? Una gigantesca burla paramusicale? Dopotutto, non è possibile, non è semplicemente possibile, ascoltando oggi "Bathory", poter pensare che risale al 1984, l'età d'oro di Iron Maiden, Metallica, Manowar, con la nwobhm ancora in pieno splendore e il thrash metal neonato… d'accordo, d'accordo, c'erano anche gli Slayer e i Venom… ma quello che si può ascoltare in questo disco non è neanche lontanamente paragonabile ai due nomi sopracitati (che allora rappresentavano le frange più estreme dell'heavy metal). No, con tutta la loro grandezza, né Slayer e Venom si erano mai spinti così oltre. I Bathory erano in un altro mondo. E' difficile capire come e perché, ma la furia, il minimalismo cieco e la grezzaggine eretta a credo di questo disco sono qualcosa che prima di allora non si era mai sentito! Riff dissonanti oltre ogni immaginazione, brutti, mal suonati, mal registrati, lo screaming acerbo e scriteriato di un Quorthon adolescente che si divertiva a giocare col fuoco, brani inconcludenti, dall'attitudine praticamente punk, il tutto appestato da un sound marcio, praticamente decomposto. In poche parole, Quorthon ha preso la definizione di "heavy metal" in voga ai suoi tempi e l'ha bruciata nelle fiamme del suo inferno, creando un vero e proprio mostro, un disco irripetibile, spaventoso, che sembra ancora oggi venire da un'epoca imprecisata. La principale pietra di paragone rimane il già citato binomio Slayer/Venom, riletto in un'ottica ancora più schizzata e improbabile, ancora più incazzata e crudele, senza pietà alcuna per le parole "melodia", "buon gusto" e "musica". Quello che più sconcerta è la terrificante e quasi sarcastica semplicità delle strutture: la batteria (che, per la cronaca, difettava di charleston e tom) comincia a mietere tupatupa sin dal primo minuto e non si interrompe praticamente mai, e la chitarra macina riff che suonano come blasfeme aberrazioni della riverita chitarra heavy metal. Sembra letteralmente di ascoltare una banda di psicopatici con strumenti in mano, il cui unico obiettivo è liberare odio, dolore e paura attraverso una formula terribilmente infantile, immatura e priva di senso. Talmente infantile, immatura e priva di senso, da cambiare per sempre la storia dell'heavy metal. E sì, perché la genialità latente di questo disco è proprio l'infrangere ogni regola musicale precedentemente definita. Non cercate significati nascosti… il delirio delle lyrics, la velocità d'esecuzione… non nascondono un bel niente. Il giovane Quorthon aveva semplicemente detto "ora vi spacchiamo il culo di brutto, non ce ne fotte un cazzo se non sappiamo suonare e se non abbiamo i soldi per registrare in maniera decente, vogliamo solo creare un disco che vi faccia del male." Senza la minima rielaborazione o sega mentale che dir si voglia. Pura follia... in conspiracy with Satan…

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