BEAT: Live

BEAT è un supergruppo formato da Adrian Belew, Tony Levin, Steve Vai e il batterista dei Tool, Danny Carey. Vai non ha certo bisogno di presentazione per il suo curriculum - cominciò con un tale Frank Zappa - ricchissimo e variegato di partecipazioni a band e artisti di grande spessore. I primi due hanno preso parte anch’essi a diversi progetti musicali di altrettanto grandissimi artisti, tra cui spiccano certamente i Talking Heads e Peter Gabriel e soprattutto i King Crimson del periodo reunion dei primi anni ’80. Qui, appunto, questi quattro cavalieri dell’apocalisse sonora si uniscono per rinverdire i fasti di quel periodo. Il risultato è stato una lunga tournée confluita in questo live. Il tutto con il benestare del guru Robert Fripp. Dal vivo viene riproposto il repertorio quasi intero dei tre album targati King Crimson dei primi anni ’80: 'Discipline', 'Beat', 'Three Of A Perfect Pair'. Dopo sette anni di silenzio, a seguito per altro di un disco colossale come 'Red', la band di Fripp cadde in letargo. Il silenzio fu quasi provvidenziale, considerando che in capo a cinque anni le sperimentazioni in pompa magna di tutta una pletora di artisti e il prog rock furono spazzati via dall’ondata punk e da quel che venne dopo, e che di solito viene iscritto nella macroarea della new wave. Questo lungo periodo di riflessione consentì a Robert Fripp di reinventarsi, dopo essersi “allenato” a fine ’70 con David Bowie, Peter Gabriel (già instradato verso altri orizzonti sonori), Blondie, giusto per citare alcuni dei più grandi. Poi incontrò Belew, reduce da un passato con Zappa e Bowie, oltre che chitarrista nel fondamentale disco 'Remain In Light' dei Talking Heads. Recuperato Bill Bruford (su cui non mi pare il caso di soffermarsi, vista la sua riconosciuta grandezza), Fripp aggiunse Tony Levin in formazione,  anche lui collaboratore di Peter Gabriel, sin dal suo primo disco di quest’ultimo. Il risultato fu eccezionale per quei tempi: tre dischi in quattro anni, un mix di passato e futuro con una band che alla propria struttura musicale intricata aggiungeva i “nuovi suoni”, le nuove influenze di inizio anni ’80. Sempre con grande personalità, qualità che oggi sembra scomparsa dai radar. Questo live, insomma, vuole celebrare quel periodo e lo fa in maniera egregia, con un unico neo: nella tracklist manca proprio 'Discipline', scelta che lascia alquanto indispettiti.