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FLEVEN: THE WRECK OF YOU

data

13/08/2008
70


Genere: Alternative
Etichetta: UK Division Records
Distro:
Anno: 2008

Basta scorrere le foto sul My Space dei Fleven o nel booklet del disco, per vedere che non c'è nessuna voglia da parte dei componenti della band di mascherare la loro passione per i Queens Of The Stone Age, che anzi ricorrono persino con uno sforzo di somiglianza pure estetica, almeno dalle foto così pare. E se traspare solo dalle foto, a maggior ragione si tratta di una somiglianza forzata. Un dato così superficiale può aiutare a capire solo che il punto di riferimento nella musica dei Fleven, sono i QOTSA dell'esordio (vedi "Learn To Listen"), quindi una sorta di posizione mediana tra lo stoner rock e qualcos'altro di più sobrio (e commerciabile), ma non solo: i Fleven assorbono una serie di particolari tipici in generale del rock alternativo (Seattle-derivato) della seconda-terza ondata che, lungi dal riportare alla mente direttamente i Nirvana o chissà chi altri, ricorda più che altro Puddle Of Mud e Bush, ma ovviamente il risultato è molto più bello di qualsiasi cosa provata dalle band di cui sopra, perchè qua c'è una personalità (anche nell'emulare i QOTSA) che aggiunge quel pizzico di colore che basta a fare di questo disco un prodotto sensato, anche se un pezzo come "Sinister Inc." è quanto di più ruffiano ci possa essere, ma fatto schifosamente bene e con tutte le cose al loro posto. Provare in automobile, per credere. Distorto quanto basta, metallizzato al punto giusto. Con quel senso della melodia che si fa strada nella oscura pesantezza sparata a tutta velocità, che ricorda tanto i Therapy?, perchè come loro i Fleven si ritrovano a mediare tra fruibilità quasi radiofonica, e riff assassini. Qua però emerge la passione per i seventies più fuzzosi e blues (vedi "Mr. Marmelade") ma anche per il rock più spicciolo e diretto (ove ciò non è un dato negativo, vedi per esempio la mazzata secca "Stop It"), mediati poi in una crescita musicale che passa attraverso una serie di esperienze che fanno dell'album in questione un disco solo appartentemente derivativo, ma ricco di sentimento, attitudine, capacità, e soprattutto ottime canzoni, il cui unico difetto è la troppa omogeneità, cosa che per ora è tutt'altro che preoccupante.

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