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FRANCIS ROSSI: The Way We Were Vol.1

data

17/05/2025
70


Genere: Classic Rock, Hard Rock
Etichetta: earMusic
Distro:
Anno: 2025

Francis Rossi e Rick Parfitt, gli Starsky & Hutch del classic rock inglese: Status Quo. Chitarra elettrica telecaster green il primo, e telecaster white il secondo. Una sera guardando un ragazzo ed una ragazza ballare sulle note di “Roadhouse Blues”, l’illuminante boogie shuffle a dodici battute si imposessò delle loro idee compositive, e caratterizzò la produzione della band per tutta lo loro discografia. Dal 1968 hanno pubblicato oltre trenta album in studio. L’esordio ‘Picturesque Matchstickable Messages From Status Quo’ radicava su musica anni ’60 e psichedelia (sonorità da ‘The Impossible’ cartoon, lo ricordate?), il secondo album ‘Spare Parts’ è un disco da Beatles che si arricchisce di orchestrazioni. Innestata la marcia blues, da ‘Ma Kelly’s Greasy Spoon’ diventano sempre più boogie rock, ed acquisiscono una fortissima attitudine live. Di fondamentale importanza fu l’incontro dei due musicisti con Bob Young, al tempo road manager degli Amen Corner (in tour con Gene Pitney e Status Quo): occasioni live per firmare nuove collaborazioni. Young diventò il loro manager; contribuì alla scrittura di moltissime loro canzoni, in più suonava l’armonica in parecchie loro performance live; era amico di Mickey Moody con cui realizzò l’album “Young & Moody” nel 1977. Francis Rossi, Andy Bown (tastierista Status Quo), Bob Young, Moody lavorarono insieme al progetto dell’album solista di Graham Bonnet ‘Line Up’. Tutto questo per collocare stilisticamente la matrice compositiva della band inglese. Con il suo album solista ‘In Quo Country’, nel 1986 Young rielaborava (sempre con la collaborazione di Moody) canzoni degli Status Quo. E’ un disco da recuperare, ricco di talenti. Le tracce Quo avrebbero potuto prendere una piega country, più rilassata e soft. L’interpretazione di “Caroline” nè è la prova. L’intento di Bob fu quello di prendere una canzone, renderla diversa (magari spogliandola), restituendola comunque convincente. Nel caso di Francis, pubblicare nel 2025 ‘The Way We Were Vol. 1’, diciassette tracce, di cui cinque inedite, e le restanti SQ e/o della sua carriera solista (scelte fra cinque album), frutto della scrittura a quattro mani con Young, non è sintomo di disperazione (raschiare il fondo del barile), ma dare all’ascoltatore l’occasione di occupare una posizione privilegiata dietro alle quinte per percepire meccanismi interni della loro fase creativa. Con un attento ascolto, fra demo/pubblicazione effettiva, ne potreste percepire le variazioni: alcune tracce saranno accorciate o allungate, complice l’aggiunta di soli di chitarra nella versione definitiva (“Gotta Get Up And Go”); potreste percepire meno senso del tempo e più chitarra ritmica (‘’Pennsylvania Blues Tonight”, diventerà più orientale con maggior percezione del percussivo di pelle da tamburo). Di molte tracce sinceramente non trovo grosse differenze. Innegabile però ammettere che canzoni SQ come “Electric Arena”, “I Don’t Wanna Hurt You Anymore”, “Tallulah’s Waiting”, e canzoni della carriera solista come “Strike Like Lightning” funzionavano alla grande già in demo, meno colorite, senza dubbio già dal carattere live. La ballata “Tongue Tied” riconduceva sempre ai Beatles, ed in “Another Day” è lampante la scrittura scuola Moody. L’impressione è che Francis Rossi utilizzi questo progetto come pretesto per sottolineare la bellezza di alcune tracce, magari passate più inosservate rispetto ad altre, stante la proficua discografia. I cinque inediti confermano il mio pensiero, in merito alla “dote” delle tracce Quo, canzoni rock & roll che non attaccano sulla memoria, potrebbero essere molto divertenti dal vivo, ma qualcosa non le fa radicare nei ricordi, anche se comunque di gradimento. E’ un album rivolto ai sostenitori del gruppo.

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