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MAIN ATTRACTION: KEEP ON COMING BACK...

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21/02/2006
71


Genere: Melodic Hard-Rock
Etichetta: MTM Music
Anno: 2006

I più attenti di voi ricorderanno, tra le varie uscite di rock melodico del 2003, il grande debut album degli On The Rise, monicker sotto cui si celava il duo scandivavo Bennech Lyngboe e Terje Eide, due musicisti e songwriter che diedero prova di grandi abilità artistiche grazie ad un lotto di composizioni di grande livello qualitativo, che portarono la stampa specializzata e gli addetti ai lavori a rendere le giuste lodi a quello che tutt'ora è rinomato come uno dei migliori episodi di rock melodico degli ultimi anni. Purtroppo tale successo non riuscì ad evitare la separazione artistica del duo Lygboe/Eide, i quali decisero, a causa di divergenze musicali, di perseguire due strade musicalmente autonome: il secondo portò avanti la sua attività iniziata negli On The Rise, mentre il primo decise di imbarcarsi in una nuova avventura sonora, intitolata Main Attrection. "Keep On Coming Back..." rappresenta, quindi, il primo capitolo in studio dell'ex former degli On The Rise, band da cui provengono anche gli addetti alla sezione ritmica Jan Martin Kleveland e Zsolt Meszaros, anch'essi protagonisti all'interno dell'uscita ivi in esame. Immagino che in molti, come del resto il sottoscritto, speravano che i Main Attraction rappresentassero una naturale continuazione del progetto On The Rise, cosa che purtroppo, però, non è propriamente accaduta. Quella di Lyngboe e soci, infatti, è una creatura che riprende sì parte delle melodie e delle idee che hanno reso tanto amata la precedente esperienza musicale, ma contemporaneamente adattata su di una base maggiormente rockeggiante e meno AOR, scelta che ha finito per penalizzare in maniera purtroppo tangibile delle composizioni che, in una veste maggiormente elegante e curata, avrebbero sicuramente dato di più. A tutti gli elementi di contrasto sin qui citati, inoltre, va inoltre aggiunta la segnalazione di un mixaggio poco adatto, il quale ha finito per rendere poco avvolgente e "pieno" il sound generale del cd, cosa evidente in particolare per quanto concerne il ritorno sonoro della batteria, assolutamente poco incisivo e "leggero" nel sostegno dei vari brani. L'impressione finale è quindi quella di un cd che dà il meglio di sé negli episodi maggiormente melodici e distesi, ma che rimane comunque limitato dalle poco azzeccate escursioni hard e da un sound generale sicuramente poco brillante, cosa che, in un genere come quello ivi discusso, gioca una parte incredibilmente rilevante per quanto concerne il risultato finale. Detto molto sinceramente, le mie aspettative di riuscita di questo progetto, tenuto conto della presenza di un talento come quello di Bennech Lyngboe, erano nettamente differenti.

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