Q5: New World Order

In pochi ricorderanno i Q5 come la band di Floyd Rose, il chitarrista inventore del noto ponte per chitarra. Floyd Rose, però, non partecipa a questa reunion. Sono trascorsi ben 30 anni, e molte cose per lui sono cambiate da quel giorno. Non molte per quanto riguarda invece i suoi ex compagni di avventura (almeno per quelli che ancora fanno parte della formazione), i quali oggi si riaffiacciano alla finestra del mondo dell'hard rock con un disco ed un contratto per la Frontiers. Con il benestare di Floyd, la band americana prova farsi largo per (ri)trovare il suo spazio all'interna della scena, ma purtroppo le cose non sono andate per il verso giusto perchè 'New World Order' è un album bolso, scialbo, poco ispirato ed eseguito in maniera alquanto elementare. Inoltre, Jonathan Scott non riesce a reggere il passo dietro al microfono, risultando a lungo andare fiacco ed alcune volte non intonato. Non ci sono brani da menzionare: il disco è attraversato da una mediocrità strisciante che si incunea tra tutte le tracce presenti. In alcuni momenti si sfiora appena la sufficienza, ma il livello finale raggiunto è alquanto lacunoso. Senza idee e con l'ispirazione già in pensione non si da nessuna parte.