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STONE SOUR: COME WHAT(EVER) MAY

data

01/09/2006
87


Genere: Modern Metal
Etichetta: Roadrunner Records
Anno: 2006

Stone Sour parte due, a distanza di tre anni dal debutto. Per tutti quelli che hanno sempre considerato questa band una sorta di side project o di villaggio vacanze tra un disco/tour degli Slipknot e l’altro, consiglio di dare un ascolto bello approfondito a “Come What(Ever) May”, nuova fatica del combo americano che vede impegnati oltre ai due ‘knot Corey Taylor e Jim Root gente che sa il fatto suo come Josh Rand o il nuovo drummer Roy Mayorga, che non è certo l’ultimo sfigato della compagnia. Fin dal 2003 gli Stone Sour sono stati sinonimo di nu metal (a me piace di più modern metal; decidete voi) di qualità, ma “Come What(Ever) May” va oltre le più rosee aspettative di chiunque. I cinque americani hanno tirato fuori dal cilindro un discone. Nel corso del platter sono presenti una serie di sfumature che coprono uno spettro di sonorità davvero ampio; la scoppiettante opener “30/30-150” (il cui ritornello vi ritroverete a cantare sotto la doccia dopo un ascolto) e le successive cinque tracce rappresentano la perfezione in fatto di nu metal, tra le melodie accentuate di “Sillyworld” e l’aggressività di “Hell & Consequences” e della rabbiosa “Reborn”, unico pezzo che può ricordare da distante gli Slipknot. E se durante i primi secondi di “Through Glass” si comincia a pensare che i nostri stanno tentando di scimmiottare “Bother”, la smentita arriva poco dopo il (grande) refrain con un brano energico ma rilassato. Conclusione da brividi invece grazie a “Zzyxz Rd.”, ballad pianistica tutto sommato banalotta ma che sa davvero emozionare quasi esclusivamente per via dell’ugola di Taylor, in “Come What(Ever) May” davvero al massimo della forma. Un paio di pezzi forse non all’altezza (o meglio, validi ma non all’altezza di tutto il restante ben di Dio), e that’s it. Questo è IL disco di modern metal che tutti dovrebbero avere e cui tutti dovrebbero aspirare, oggi, nel 2006.

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