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RUSTY WOUNDS

Produttore e musicista, Rusty non è certo il tipo di persona capace di soffermarsi troppo su quanto già fatto. A confermare questa affermazione ecco il suo nuovo progetto, Rusty Wounds, nato con l’intento di dare nuova vita a brani che hanno fatto scuola nella scena alt-rock nel periodo ‘70/2000. Lo abbiamo incontrato per saperne di più su presente e futuro (anche in chiave Klogr)…

So che l’idea Rusty Wounds è venuta fuori nel periodo di Pandemia. Con quale approccio ti sei messo all’opera e com'era inizialmente nella tua testa questo progetto? Era tempo che pensavo di mettere su qualcosa di “acustico” e più intimo. I miei ascolti e le mie influenze musicali sono davvero tanti e nel progetto Klogr molte cose non trovavano spazio. Ho iniziato scrivendo brani chitarra e voce (prima ancora di pensare agli arrangiamenti), per farlo trovavo ispirazione nel cantare brani che ho sempre ascoltato e mai suonato. Poi sono partire le sperimentazioni sonore per gli arrangiamenti. I primi brani riarrangiati mi convincevano e con il tempo è nata l’idea di pubblicarli. Ci saranno anche versioni più minimal, ma per ora il sound è quello di una band.

Rispetto a un classico album di cover posso dire di essere rimasto sorpreso dalla tracklist, dove si nota il lato personale di questo progetto, con una lista di artisti che hanno influenzato il tuo percorso artistico. Se da una parte troviamo mostri sacri come Nirvana e Led Zeppelin, fa piacere vedere Audioslave, Staind e Placebo nella tua lista. Come hai raggruppato i brani e quali artisti sono rimasti fuori da questo elenco? Ho usato le cover per esplorare mondi musicali che non avevo nella mia playlist quotidiana. Di certo i classici hanno influenzato il mio percorso, ma la musica '90/2000 ha fissato molto del mio suono e della mia crescita musicale. Non c’è stata una scelta ragionata. Quando un brano mi muoveva qualcosa dentro per la melodia, il testo o l’arrangiamento lo prendevo in considerazione. Di certo il 90% della scelta racchiudeva tutti e tre gli elementi. Nulla è stato lasciato fuori dalla lista. Altri brani usciranno. Di certo non tutto quello che mi ha influenzato altrimenti non basterebbero 20 dischi da far uscire. Ma le cose più importanti non sono state lasciate indietro. Vedranno la luce presto.

Dopo esserti cimentato in un album di cover è cambiato in qualche modo il tuo parere su questo tipo di progetti legati a tribute/cover band? Tocchi un tasto sensibile. Ho sempre avuto rispetto dei “colleghi” musicisti anche quando non condividevo le scelte, ma ho sempre fatto distinzione tra intrattenimento e musica. Non ho nulla contro le cover band o le tribute band se non sono delle “copy band”. Faccio un po’ fatica a comprendere il suonare i brani di un’altra band identici in tutte sfumature. Lo trovo un po’ sterile, specie se le band stesse sono ancora in attività. Preferisco la contaminazione, la reinterpretazione e la condivisione di un proprio punto di vista e personalità rispetto al brano/artista originale. Di certo è più facile vendere il “clone” di un altro artista che mettersi in gioco e far qualcosa di originale pur suonando brani di altri.

Penso che la cosa più complessa quando ci si cimenta con una cover sia il voler dare il proprio tocco al brano senza però snaturarlo. Questa difficoltà è venuta allo scoperto anche nel tuo caso? Se sì, come hai affrontato e superato questa fase? Sinceramente mi è bastato mettermi nei panni di chi ha scritto o prodotto il brano. Diciamo che il 70/80 per cento del lavoro è già stato fatto. Tu puoi cambiargli il vestito ma la forma, l’essenza e la potenza del brano è già lì! Devi far attenzione a non abbassare la potenza comunicativa che il brano aveva in origine. Se sei bravo puoi aggiungere qualcosa, reinterpretarlo, metterci del tuo…ma raramente lo farai “meglio” dell’originale. Puoi dare la tua versione e metterci la tua personalità, sempre con altissimo rispetto del brano stesso.

In cosa pensi ci siano delle analogie tra Klogr e Rusty Wounds? E in cosa invece ti sei trovato di fronte a qualcosa di nuovo in chiave artistica? Sono due approcci totalmente differenti. Con i Klogr prima c’è la band, il sound e gli arrangiamenti. Qui come dicevo si è partiti dalla canzone chitarra/voce nuda e cruda. È praticamente il processo inverso. Ma trovo estremamente stimolanti entrambi.

Come è stato accolto il disco da chi è solito ascoltarti nei panni di Klogr? Non saprei. Molte persone che seguono i miei lavori sanno che sono un onnivoro di musica. Probabilmente qualcuno avrà pensato “finalmente ha avuto tempo di fare anche altro!” (Ahahah). Sono anni che parlo di questo progetto, l’idea era in testa tempo fa.

Qual è stato a tuo avviso il brano più complesso da rivisitare e perché? Quale invece il più semplice da strutturare? “Hurt” forse il più difficile. Anche se musicalmente è vicino alla versione di Cash, rimane la cover di una cover. Non volevo staccarmi troppo ma l’interpretazione di Cash è magistrale e confrontarsi con un brano così non è stato affatto facile. Rusty Cage mi ha dato più spazio, mi sono concesso più stravolgimenti. Sia musicalmente che dal punto di vista di interpretazione, al punto di metterci un altro brano in mezzo. È stato molto stimolante e divertente.

Personalmente mi ha stupito/affascinato la scelta di inserire in scaletta una band a mio avviso sottovalutata come gli Staind. Cosa ti ha avvicinato a loro? Loro mi sono sempre piaciuti, il loro disco “Staind” credo che sia uno dei più belli della loro carriera, infatti da lì ho preso il brano. Credo che sia una band che sia stata inghiottita dai suoi stessi singoli che non hanno lasciato spazio ad altri brani meno famosi ma probabilmente più incisivi dei singoli stessi.


 
Pensi sarà fattibile in un futuro prossimo vederti sul palco con entrambi i progetti, Rusty Wounds e Klogr? Contemporaneamente no, rimarranno sempre due cose distinte, con Rusty Wounds già in autunno dovremmo presentare lo show in diversi locali, speriamo possa diventare un progetto da proporre in giro per tutta Italia e chissà, portarlo anche all’estero. Per i Klogr bisognerà aspettare il 2024

Arrivando invece a chiudere l’intervista, vorrei chiederti se ci sono novità in casa Klogr? I Klogr hanno appena pubblicato un singolo, ne uscirà presto un altro, in autunno tutto l’album dopodiché ci aspettiamo un tour in giro per l’Europa. Dita incrociate!
 
Produttore e musicista: quali sono i prossimi traguardi da raggiungere per Rusty? Diciamo che la gran parte delle cose che volevo fare le ho fatte, ma allo stesso tempo senza musica farei fatica a vedermi. Quindi un disco di inediti con Rusty Wounds, dopo aver girato un po’ con le cover, sarebbe un ulteriore traguardo. Grazie mille!

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