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CENTHRON + AESTHETIC PERFECTION

Gli Aesthetic Perfection sono attualmente in tour a supporto di Till Lindemann, una ghiotta occasione anche a sentire il mastermind Daniel Graves. Lo stesso Graves ha di recente dichiarato di non avere più intenzione di imbarcarsi in tour da headliner, ritenendo questi non remunerativi allo stato attuale delle cose, di volersi concentrare sull'attività in studio e di limitare le apparizioni dal vivo a poche, ben ponderate eccezioni. Ha fatto allora molto piacere al sottoscritto constatare come abbiano trovato in questo caso il modo di salvare, per cosi dire, capra e cavoli: da una parte le date a supporto del celeberrimo cantante dei Rammstein, che garantiscono una visibilità altrimenti di gran lunga al di fuori dalla portata della band americana; dall'altro, nei giorni liberi, altre date in luoghi di minore capienza da headliners o coheadliners come in questo caso. Si, perchè la data dei Centhron nella gloriosa Markthalle (luogo di musica dal vivo fin dal 1977 e teatro fra l'altro di una data dei Metallica nel 1986) era già prevista da tempo e agli Aesthetic Perfection è stato permesso di aggregarsi, fatto per il quale hanno ringraziato i colleghi più di una volta durante lo show. Sono stati opportunamente i Centhon di Brema ad aprire le danze in questa serata perchè il ritmo del loro aggrotech ha subito fatto tremare la Markthalle e agitare il pubblico. I tedeschi si sono presentati col solito look cyber-militaresco che li contraddistingue da almeno tre lustri e la popolarità che li accompagna in patria, a giudicare dalla reazione del pubblico, è inscalfibile, sia che si tratti di classici onnipresenti da anni nei club del continente come "Cunt", "Dominator", "Dreckstuck", "Slutbutt" o "666" (il conto alla rovescia nell'introduzione allo show fa 10...9...8...7...6...6...6, spiritosi), sia di brani più recenti.

A questo proposito vale la pena osservare come Elmar Schmidt dietro il microfono pare abbia scelto in via definitiva la versione meno distorta della propria voce, che è dato sentire sulla loro produzione più recente, fatto positivo visto che, se avessi dovuto fare una obiezione alla band, sarebbe stata la quasi grottesca distorsione adoperata per la maggior parte dei loro lavori. La band ha dato la solita prova di forza, coerente, muscolare e arrembante che ci si attendeva e il pubblico ha risposto in maniera adeguata, quasi un moto collettivo che ha pervaso la sala per la quasi ora e mezza che i Centhron si sono concessi, bis compreso. Lo show successivo degli americani ha avuto, di contro, altri aspetti interessanti, per quanto l'esito di pubblico è stato in fondo lo stesso. È difficile pensare ad un contrasto più stridente fra l'aggressivo incedere militaresco della prima performance e la esibita alterità del frontman degli Aesthetic Perfection, volutamente equivoco e spiazzante sia nell'apparenza (fra pantaloni di latex nero, una maglia da giocatore di basket e un cappello che avrebbe potuto riparare mia nonna dal sole) e la musica che spazia fra l'aggrotech in particolare dei primi lavori (l'immancabile "Spit It Out" ad esempio, che regolarmente chiude gli show, ma anche la loro produzione più recente presenta pezzi più sostenuti come "SEX" ), coinvolgente electro-pop come "Never Enough" e numeri estremamente orecchiabili come "Antibody" o la recente "Summer Goth" che, a sentire Daniel Graves, non era neanche concepita per essere suonata dal vivo e c´è da credergli data la spudorezza della proposta. Ma in definitva non ha importanza cosa suonino, il pubblico sembra adorare ed accettare qualsiasi cosa gli Aesthetic Perfection propongano, i quali si fanno forza appunto della loro atipicità per svariare su tutto il fronte musicale, senza nessuno che si aspetti di vederli ancorati ad un genere specifico. È stata una serata bifronte, con entrambi i volti ampiamente godibili. 

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