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ROCK OF AGES

Mi aspettavo un Palasharp gremito per l'occasione: prima edizione del Rock Of Ages, gruppi di portata mondiale, e pure il prezzo è tutto sommato accettabile... Invece arrivo alla location (in ritardo, ovviamente... ma d'altra parte si lavora anche, a volte) e trovo uno sparuto gruppetto di metallari all'ingresso, un discreto gruppo di metallari in fase alcolica allo stand delle grappe (lunga vita, a prescindere dalle inclinazioni politiche di ciascheduno, alla festa del PD, che ha procurato la gradita sorpresa di un paio di stand all'esterno e di prezzi fieristici all'interno), e ben pochi (almeno in relazione allo spazio disponibile) metallari in attesa all'interno. Comunque sia, mi sono perso Pino Scotto. Il che è male, almeno a giudicare dalle opinioni ben favorevoli che raccolgo qua e là. Promosso il Pino nazionale, a quanto pare... Tocca subito ai THE QUIREBOYS ed al loro Hard Rock ottantiano ricco di influenze bleseggianti, che nel poco tempo a loro disposizione hanno l'arduo compito di aprire la tornata internazionale di oggi. Il compito è svolto egregiamente: il pubblico risponde con entusiasmo, assiepandosi sotto il palco ed allontanandosi dalle grappe (impresa titanica questa, soprattutto in considerazione dell'indubbia qualità di queste ultime...). Dispiace notare come la folla non sia assolutamente di quelle delle grandi occasioni, ma certo non si può nemmeno dire che il pubblico non stia aumentando considerevolmente; Spike e soci proseguono intanto nel loro show, promuovendo il nuovo disco e pescando dalla discografia della band. Poco tempo, si diceva: ed infatti è già ora di salutare, con una semplice certezza: anche questa volta, i THE QUIREBOYS hanno regalato uno splendido momento di puro Rock n' Roll. E' ora il momento dei LOADED del biondo ex-gunner Duff McKagan. Non so bene quali fossero le aspettative del pubblico, ma è ben presto chiaro che sono state deluse: il calo di entusiasmo è generale e palpabile, ed i motivi principali sono tre. In primo luogo, le sonorità proposte sono una commistione di Punk Rock e Grunge, che mal si adattano alla bill della giornata e che nemmeno brillano per originalità. In secondo luogo, trattasi di un side project di Duff intrapreso nel 1999 e lasciato in stand by nel 2001, con poco di fatto all'attivo e poco di nuovo da proporre. Infine, la stessa presenza scenica della band lascia alquanto a desiderare. E quando manca pure quella, in un live set di queste proporzioni manca qualcosa di fondamentale. Qualcuno li avrà apprezzati, non lo metto in dubbio, ma per quanto riguarda chi scrive è deludente constatare come l'unica punta di brio sia data da qualche cover ('It's So Easy' su tutte...). Bocciati praticamente a furor di popolo. Dubbio e perplessità, calore ed entusiasmo si diffondono mentre arriva il momento dei redivivi EXTREME. Chi li attendeva con ansia, chi temeva l'ennesima reunion commerciale e debole. Chi semplicemente sperava avessero fatto il loro tempo. Ce n'è per tutti, e quando infine salgono sul palco le risposte ai dubbi sono praticamente immediate: a parte la valutazione del nuovo disco, che sta mietendo successi ovunque, è la conferma scenica di una band che, pur non avendo avuto una fertile produzione, ha saputo creare un fenomeno attorno a sè. Classici e new pieces si alternano trasportando il pubblico in un vortice ipnotico che ruota attorno alla carismatica figura di Bettencourt, capace con la sua aola presenza di coprire completamente le (poche, in verità, ma comunque presenti) sbavature di Cherone; la scaletta è convincente, l'esecuzione praticamente impeccabile. Tra una birra e l'altra, lo show trascorre rapido, forse anche troppo: alla fine rimane l'impressione di essersi goduti un ottimo live act, ma non è altro che un'impressione, già sbiadita. Forse l'evento è stato capace di fuorviare il giudizio del pubblico, forse sono semplicemente stati eterei. Fatto sta che, alla fine della fiera, viene solamente da chiedersi: a quando un bel due ore e mezza di concerto? Infine tocca alla chicca della serata, il main act che bene o male tutti aspettano: i TWISTED SISTER, che in occasione del venticinquesimo anniversario dell'uscita di 'You Can't Stop Rock & Roll' tornano in Italia con la consueta voglia di spaccare tutto. I fans sono in delirio, ma questa è per loro la pura normalità: oggi come venticinque anni fa, i TWISTED SISTER sono animali da palco che incantano, emozionano, trascinano, divertono e commuovono. Fenomenale tra l'altro il coro di "Happy Birthday, Suzette" cantato a squarciagola da tutto l'auditorio per il compleanno della moglie di Dee Snider, presente anch'essa in sala e cui il biondo vocalist dedica 'The Price'. Nè è da meno il delirio generale sulle "solite" cannonate come 'We're Not Gonna Take It', 'Stay Hungry', 'I Wanna Rock' o 'S.M.F.', brani che esprimono al meglio l'attitudine live dei Newyorkesi. Tra fondotinta e rossetto, tra una voce inossidabile ed una band eternamente giovane, tra sipari demenziali ed incitazioni al (e dal) pubblico, anche oggi Dee Snider e soci hanno dato uno spettacolo degno di essere ricordato. Che altro val la pena aggiungere, se non 'YOU CAN'T STOP ROCK & ROLL'?

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