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STORMLORD

Decimo anniversario della No Sun Music. Festa al Traffic. Stormlord come headliner. Quando penso a questa storica band capitolina, nonostante siano passati diversi lustri, tanta acqua sotto ai ponti, svariati cambi ed ampliamenti di formazione e di orientamento musicale, la prima cosa che mi viene in mente è il loro live insieme ai Defunctis, fine ’94 o inizi ‘95. Forse perché frequentavo il primo superiore e questo concerto fu uno dei primi che vidi del genere ed ebbe il merito di contribuire ad aprirmi la porta del mondo death metal, della musica più estrema, dei pomeriggi a Piazza di Spagna. Mettiamoci pure che per coincidenze, sovrapposizioni con altre serate e motivi di lavoro erano anni che non li vedevo più dal vivo e non ero aggiornata sulle loro vicende, mi sono ritrovata ad approcciare l’evento con un mix di curiosità, nostalgia e attesa. Rendere sul palco certi effetti e determinate atmosfere che si respirano sui dischi black ed epic non è affatto facile. Farlo dove l’acustica già di suo non è ottimale, ancor meno. Invece subito dall’intro percepiamo che questa sarà decisamente una serata sì. Infatti ci ritroviamo immersi e coinvolti nelle trame che il sestetto ci racconta come fosse un aedo dei nostri tempi: al posto della cetra chitarre usate con maestria che riescono ad essere dolci e profonde, graffianti e inquiete, come le onde del mare, come il soffio del vento, come il galoppo di un cavallo o lo stridore di una guerra. In “Aeneas”, dall’ultimo lavoro, il concept ‘Hesperia’, del 2013, ci sembra veramente di fuggire da Troia insieme all’eroe e viaggiare per mare tra mille peripezie fino al suo arrivo sulle coste laziali. Si prosegue con brani tratti principalmente da ‘Mare Nostrum’, piccolo capolavoro del 2008, anche se non mancano pezzi da ‘The Gorgon Cult’ ed anche una chicca da ‘At The Gates Of Utopia’. Veniamo quindi proiettati ad immaginare le più svariate leggende e miti di diverse epoche spostandoci dalla Grecia, all’Oriente, al Nord Europa. Risulta sempre fondamentale la trama delle tastiere che accompagnano, sostengono, riempiono, armonizzano. Ottima la sezione ritmica in cui la batteria di Folchitto, ma oramai non è una novità, non perde mai un colpo (e mi chiedo ancora come faccia a suonare in così tanti gruppi, tutti di alto livello), così come la voce di Cristiano Borchi sia nel prevalente screaming ma anche nel growl. Abbiamo la possibilità di ascoltare anche un nuovo pezzo presentato come senza nome, chissà che questo non significhi una bella sorpresa discografica per il 2017! Dieci brani e ci viene annunciata la fine dello show, ma tutti acclamano il bis e quindi la band ci regala ancora “And The Wind Shall Scream My Name” e “Dance Of Hecate”.

Come accade in ogni concerto in cui i musicisti riescono a creare quella bolla magica di empatia, sembra che finisca troppo presto. Si accendono le luci, il gruppo si prende i meritatissimi lunghi applausi ed io me ne vado con l’idea che non lascerò più passare tanto tempo per andare a riascoltare gli Stormlord.

SET LIST:
INTRO
AENEAS
LEGACY OF THE SNAKE
WURDULAK
UNDER THE BOARDS
EMET
MOTHERLAND
LE CHUCK
MARE NOSTRUM
THE CURSE OF MEDUSA
STORMLORD
 
ENCORE
AND THE WIND SHALL SCREAM MY NAME
DANCE OF HECATE

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