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TARJA

Che spettacolo stasera a Milano. Fa tappa infatti all’Alcatraz di via Valtellina lo "Storm In Europe" tour di Tarja, l’ex singer dei Nightwish. Nonostante i lavori stradali per la nuova linea della metro, arrivo al locale, a sorpresa dimezzato e quindi strapieno, giusto in tempo per l’esibizione del primo dei supporting acts di serata, Doug Wimbish, bassista della band di Tarja, che accompagnato da altri tre membri al soldo della cantante, Mike Terrana (forse sprecato vista la sua abilità), Alex Scholpp e Max Silja, rispettivamente batterista, chitarrista e violoncellista, si esibisce in una serie di masturbazioni dello strumento accompagnate da un cantato decisamente alternative. Breve la sua parentesi, comunque ben accolta dal pubblico, ma che pochi minuti dopo la sua conclusione è già stata dimenticata. Completamente differente è la proposta dei Passionworks, gruppo spalla ufficiale per questo tour, che forte di due albums abbastanza gradevoli, sale quindi sulle assi del side-stage. Come descrivere la proposta di questa band? Beh, a me sembrano la versione gitana degli ultimi The Gathering, con la singer Harriet vestita a mo' di zingara e con in testa un ridicolo cappello di peluche con tanto di orecchie da orsetto. Musicalmente la band se la cava egregiamente, ed il loro set scorre piacevole per il tempo a loro disposizione. Un rapido cambio di palco ed è gia il momento che tutti i presenti attendono, e Tarja, vestita con uno spolverino bianco, sale sul palco sulle note di "Lost Northern Star", nel tripudio dei suoi fans che le lanciano rose rosse; secondo pezzo in scaletta è "My Little Phoenix", prima che il passato della cantante faccia capolino per la prima volta stasera con "Passion And The Opera", direttamente dal bellissimo ‘Oceanborn’ del 1998. Tarja stasera è davvero in forma, e sfodera una voce incredibile, ed a sorpresa, è molto meno diva sul palco di tutte le altre volte che l’ho vista dal vivo, quando ha sempre e comunque mostrato superbia e disinteresse nei confronti del pubblico; peccato però che la band che la accompagna non sia all’altezza dei vecchi compagni d’avventura (su tutti il fratello di Tarja, Toni), con il solo Mike Terrana a dimostrare che fuoriclasse non ci si improvvisa. Tocca ora a "Minor Heaven", prima che la fantastica hit "Nemo", che vede il primo dei numerosi cambi d’abito di Tarja per questa sera, affascini ancor più il pubblico. Altro cambio di vestiario e la singer ritorna on-stage per il singolo "I Walk Alone", pezzo al quale seguono "Ciaran’s Well" ed "Our Great Divide". È il momento di uno dei più grandi classici della storia della musica, ed accompagnata nel duetto dal fratello Toni, jolly polistrumentista nella band della sorella, Tarja si lancia nella sua versione del main theme de "Il Fantasma Dell’Opera". "The Reign" e "Sing For Me" anticipano una bella versione per piano e voce di "Oasis", prima che "Poison", la cover di Alice Cooper, chiuda la prima parte del set. È quindi ora che i bis chiudano il concerto, e che bis, visto che si parla di "Wishmaster", accolta con un boato da tutto l’Alcatraz, e "Die Alive", che manda tutti a nanna nel migliore dei modi.

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