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TOTAL METAL FESTIVAL 2006

Il Total Metal Festival è un appuntamento che da cinque anni funge da autentico riferimento per i metalheads pugliesi, e che permette alle band locali di poter salire sul palco, offrendo ai numerosi sostenitori del genere un momento per ritrovarsi insieme ad ascoltare la propria amata musica in una regione così poco interessata da questo tipo di eventi ed iniziative. Quest’anno l’organizzazione ha voluto fare le cose in grande, offrendo uno spettacolo con ben quindici band (nelle edizioni precedenti non si era mai andato oltre le sette, ndr) e un motoraduno per i bikers del Sud Italia. Non sono mancate le difficoltà e gli imprevisti per gli organizzatori, che si sono visti costretti a rimpiazzare quasi all’ultimo momento i White Skull con gli Highlord, ed inoltre sono venuti a mancare anche i Cruentus, che alla vigilia dell’evento hanno comunicato di non poter partecipare per un problema personale di uno dei componenti della band. In ogni caso, alle 12 si sono aperti i cancelli del campo sportivo di Noicattaro (Ba) e il vostro Crash, in missione per Hardsounds insieme al fido Domenico, si è unito alla nutrita compagine dei giovani metallari che hanno “invaso” il campo dopo un’estenuante attesa al di là del cancello. Nonostante i notevoli e lodevoli sforzi operati dall’organizzazione ai fini della riuscita dell’evento, c’è da sottolineare che il “contesto” non ha certamente aiutato tale realizzazione: i servizi igienici erano in uno stato pietoso ancor prima dell’arrivo del pubblico, ed inoltre il campo sportivo era abbandonato a se stesso, tanto che se quelle pietre avessero potuto parlare, certamente non avrebbero conosciuto il significato della parola “manutenzione”; senza contante che poi molte persone, compreso il sottoscritto, sono arrivate con quasi un ora di ritardo per via della scarsa segnaletica stradale. Dopo l’allestimento dei due palchi sui quali si sono scatenate la band, verso le 15.30 si sono finalmente aperte aperte le danze… [Crash] [REALITY GREY] Questa giovane band barese ha inaugurato il palco del TMF 2006. Dotati di grande energia e di una tecnica musicale buona (ma non sopraffina), hanno “riscaldato” il pubblico con il loro thrash-death carico di espliciti riferimenti ai Children of Bodom di “Are you dead yet?” e agli In Flames. Nonostante un piccolo “incidente” al bassista che ha dovuto sostituire il proprio strumento nel bel mezzo dell’esibizione, la band si è rivelata più che convincente. (15 min.) [BACK JUMPER] Dopo i RG, è arrivato subito il turno questa band composta da ragazzini (l’età media è di 18 anni, ndr) dediti ad un crossover esplicitamente ispirato ai Rage Against The Machine. Ottima la presenza scenica e l’attitudine al genere, che va a compensare qualche imprecisione tecnica e qualche errore di bassista e chitarrista. D’altronde sono giovani, impareranno. (15 min.) [KAOSPHERE] Una vera sorpresa questa band, con un sound da loro definito “esperimental black metal” e che rimanda a gruppi come Opeth e Atheist. Davvero ottima la capacità tecnica dei cinque ragazzi baresi, cui particolare menzione merita il tastierista, capace di creare atmosfere e dissonanze davvero originali. Stupefacenti i numerosi fraseggi “jazz” e i controtempi. Unica pecca: a volte i riff sembravano paradossalmente uniti con del nastro adesivo. In ogni caso, tra le band migliori dell’evento. (15 min.) [SUBLIMINAL FEAR] Quarta realtà nostrana a salire sul palco. Dotati di una buona capacità tecnica e un sound che rimanda molto al death metal svedese, con chiare influenze Entombed e Dark Tranquillity. Esibizione “pulita” e senza pecche, a parte quella di non avere una grande presenza scenica. Sarà per questo che non c’è stata una grande risposta da parte del pubblico, nonostante un’ineccepibile performance. (15 min.) [DEW FALL] “E fu così che il pubblico si svegliò”. Buona performance per i baresi che hanno acceso nel pubblico la voglia di “mosh” e di pogo. Con un sound esplicitamente pieno di rimandi ai Death, un’ottima capacità tecnica e una grande presenza scenica, in particolare da parte del cantante-bassista, i Dew Fall hanno regalato una grande performance. (15 min.) [MOTHERLY SIN] Altro grande momento musicale con i blackster pugliesi che hanno contribuito ad animare uno già scatenato pubblico. Con una marcata qualità tecnica e chiari riferimenti a band quali i Behemoth o i Necrodeath, hanno mostrato grande forma regalando una delle più belle prove on-stage della giornata. (15 min.) [INGRAVED] L’esibizione dei deathster pugliesi è stato uno dei momenti più intensi e concitati della giornata. La band, con influenze Napalm Death e Fear Factory, ha esordito con la cover “Damage inc.” dei Metallica scatenando un pogo forsennato che ha messo in seria difficoltà il servizio d’ordine, il quale riusciva a stento a contenere il pubblico all’interno delle transenne. Dopo che il frontman ha avuto l’idea di lanciare verso il pubblico una copia del loro ultimo album si è scatenata una vera e propria ressa (o rissa? ? ) per appropriarsene, facendo faticare notevolmente il servizio d’ordine per riportare alla calma il pubblico. Comunque, al di là di tutto, una buona esibizione per gli Ingraved. (15 min.) [DISGUISE] Una delle band più attese tra quelle locali. Saliti sul palco con uno spaventoso “face-painting”, i Blackster barlettani hanno esordito con la cover “Mother north” dei Satirycon per poi proseguire con due pezzi tratti dal loro ultimo album. Con richiami a Naglfar e Aborym, una grande capacità tecnica, un’ottima presenza scenica, e una grande capacità di coinvolgimento del pubblico, sono stati senz’altro una delle band più apprezzate nel Festival. (15 min.) [ADMIRION] Si prospettava un fiasco per la band salentina, giunta al Festival con molto ritardo a causa di un incidente stradale e privi inoltre del proprio bass-player, invece la risposta del pubblico è stata positiva oltre ogni aspettativa. Con una tecnica discreta e un sound nettamente metal-core, guarnito da evidenti riferimenti a band quali Lamb of God e Devildriver, i salentini hanno esordito con la cover “Walk” dei Pantera scatenando un pogo forsennato. Grande la performance del frontman, con una grandissima presenza scenica e ottime capacità vocali. Peccato mancasse il bassista, che per una serie di problemi non ha potuto donare il proprio apporto musicale. (20 min.) [SUDDEN DEATH] Al calar delle tenebre è salita sul palco il gruppo romano, sfoderando un sound estremo e senza compromessi di marcata scuola brutal death (Cannibal Corpse, Suffocation). Ottima presenza scenica e grande risposta da parte del pubblico, che ha dimostrato di apprezzare la band. Riff taglienti, fraseggi a grandissima velocità, growl spaventoso, notevoli qualità esecutive. Mescolate gli ingredienti e otterrete i Sudden Death. (40 min.) [BALL BREAKER] I “rompi palle” hanno regalato un altro bel momento al Festival a livello musicale, ma soprattutto a livello di spettacolo. La band, dal secondo palco allestito appositamente per loro, ha intrattenuto il pubblico durante le pause tra una band e l’altra con un nutrito repertorio di cover Hard Rock di band come Wasp, Ac/Dc, Judas Priest, Kiss, Saxon, Bon Jovi. Anche se penalizzati da un’equalizzazione tutt’altro che perfetta, la risposta del pubblico è stata strepitosa, e anche i bikers presenti all’evento hanno accompagnato la band “schitarrando” con i loro cavalli d’acciaio. Ottima la levatura tecnica dei musicisti e soprattutto grandissima la presenza scenica del frontman, il cui modo di cantare è fortemente ispirato al mitico Tim “Ripper” Owens. Decisamente un ottimo rimedio alla noia dell’attesa. (80 min.) [DGM] Altro momento memorabile quello della performance della band romana, accompagnata dal batterista dei Novembre Giuseppe Orlando, in qualità di tecnico del suono. Eccezionali le doti tecniche dell’ensemble, sicuramente uno dei migliori del Festival. Riff tecnicissimi, fraseggi molto elaborati, eccezionali linee melodiche e accattivanti parti ritmiche. Grandissime le doti vocali del frontman, da alcuni accusato di essere una copia malriuscita di James Labrie. Effettivamente le influenze Dream Theater ci sono, ma ciò non toglie che i Dgm siano un ottima band, con poco o nulla da invidiare ai più noti colleghi stranieri. (40 min.) [RAIN] Tra tutte le performance del Festival quella dei bolognesi Rain sarà senz’altro la più indimenticata. La band dalla lunga carriera (ben ventisei anni!) ha subito infuocato il pubblico sfoderando un sound rock-metal diretto e senza compromessi. A salutare la band un gruppo di bikers di Poggiorsini (Ba) che in onore di Amos e soci hanno deciso di rifondarsi con il nuovo monicker Rain Bikers. Ad infuocare ancora di più la folla, letteralmente in delirio, sono intervenute due signorine decisamente poco vestite (scelte direttamente dalla band tramite un contest sul proprio sito ufficiale) che sulle note della celeberrima cover “Breaking the law” dei Judas Priest hanno eseguito una danza dalle movenze decisamente conturbanti, con grande approvazione da parte della componente maschile del pubblico. Grandissima la presenza scenica, in particolare da parte del frontman, dalle grandi doti vocali. Certo, c’è stata qualche “sbavatura” da parte dei chitarristi, qualche “fuori tempo”, ma, in fondo, chissenefrega! I virtuosismi non sono certo di casa per quanto concerne il gruppo emiliano, ma se cercate una vera rock band, senza compromessi e coinvolgente a dovere, allora fiondatevi immediatamente alla loro prima data disponibile. “We rock, we drink, we fuck. We are Rain!” [HIGHLORD] E non senza rammarico mi tocca parlare di una delle note storte della giornata. La power band torinese, intervenuta in sostituzione degli White Skull, è stata protagonista, suo malgrado, di uno dei momenti peggiori del Festival. Complice probabilmente una pessima equalizzazione delle voci e della chitarra, il pubblico ha risposto in maniera estremamente indifferente ai power metallers piemontesi, dalle comunque indiscusse capacità tecniche ed esecutorie. Dopo un paio di brani buona parte del pubblico ha iniziato ad insultare pesantemente la band con cori e grida degni del più cafone degli ultrà da stadio. Dopo l’ennesimo insulto la band ha abbandonato il palco. Nello scrivere questo non posso non esprimere vergogna per gran parte dei miei conterranei. SETLIST - Jester’s Mask - Medusa’s Coil - The Sweetest Drug - Animal (Fuckin’ Like A Beast) - Back From Hell - Far From The Light Of God [NECRODEATH] Dulcis in fundo, arriva il momento che gran parte del pubblico attende da ore: l’esibizione dei blackster genovesi. Non appena salgono sul palco, il servizio d’ordine si trova in grandissima difficoltà nel contenere il pubblico al di là delle transenne: per tutta l’esibizione della band sarà un continuo tentativo da parte del pubblico di scavalcare le transenne e un continuo sforzo di contenimento da parte della security. Un’esibizione davvero al fulmicotone per i Necrodeath, sostenuti dal chitarrista Pier Gonella (attivo anche nei Labyrinth) che si confermano una delle più grandi realtà del panorama metal italiano. Un’ora di intenso e fottuto black-thrash. SETLIST - Sauthenerom - Necrosadist - Mather Tenebrarum - Perseverance Pays - The Creature - Fragments Of Insanity - Black Sabbath - The Flag Of The Inverted Cross - 100% Hell - At The Mountains Of Madness - Hate And Scorn - Church’s Black Book - At The Roots Of Evil - Ton(e)s Of Hate BIS: Black Magic (Slayer Cover) Decisamente, nella storia del TMF, questa è stata la migliore edizione in assoluto, sia per numero di band, sia per organizzazione da parte dei ragazzi della Vivomanagement. Onestamente mi aspettavo ci fosse un maggiore afflusso di gente, considerata la grandezza dell’evento, ma anche così penso si possa comunque affermare che sia stato un successo. Spero che tutto quanto avvenuto il 30/09/2006 in quella piccola cittadina sperduta che è Noicattaro ponga le basi per una svolta metal in Puglia. Un saluto dal vostro inviato. [Crash]

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